"Russi in stallo ma non si fermeranno". Ecco perché hanno cambiato strategia

Il generale Camporini: "L’uso di missili ipersonici non muterà l’esito della guerra. L’offensiva nel Donbass è sensata, ma difficile"

I russi non molleranno tanto presto, ma le truppe di Mosca sono in un sostanziale stallo, senza prospettive. Putin ha però bisogno di costruire una narrazione di successo. Per questo ha la necessità di prendere Mariupol. Dopodiché, potrà forse decidersi a trattare. Così il generale Vincenzo Camporini, già Capo di stato maggiore dell’Aeronautica e della Difesa, oggi consigliere scientifico dell’Istituto Affari Internazionali.

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Generale, i russi sono finiti un una sorta di cul de sac?

"Si, siamo di fronte ad un sostanziale stallo. Il generale Carlo Jean, che stimo molto, ha spiegato dal punto di vista tattico di un esperto di guerra terrestre quale lui è, che la situazione per le truppe russe è una situazione difficile perché Mosca ha un dispositivo militare che è costruito per le grandi battaglie di carri armati nelle pianure dell’Europa centrale, un tipo di operazione ben diversa da quella che si sta verificando oggi in Ucraina, dove le truppe corazzate russe devono misurarsi con dei reparti ucraini molto abili nella gestione del territorio, ben armati da missili controcarro moderni, che le mettono in grave difficoltà. I russi stanno utilizzando i due terzi delle loro capacità operative eppure non riescono a sfondare".

Il soldato ucraino ed ex deputato Tetyana Chornovil trasporta un missile anticarro (Afp)
Il soldato ucraino ed ex deputato Tetyana Chornovil trasporta un missile anticarro (Afp)

Quale potrebbe essere oggi una opzione sensata per i russi?

"Potrebbero trarne le conseguenze e andare al tavolo di trattativa, ma mi pare che Putin non sia ancora pronto a farlo. Oppure potrebbero continuare il loro sforzo tattico, che avrà dei costi estremamente elevati in termini di perdite sia di uomini che di mezzi. Io credo che sia una opzione che non ha molte prospettive, ma al momento pare essere ancora quella di Mosca".

Da qualche giorno i russi hanno impiegato anche armi ad alta tecnologia come i missili ipersonici. E’ qualcosa che segna un cambio di strategia e può cambiare il corso della guerra o fumo negli occhi?

"Si tratta di armi di nuova generazione, che hanno sicuramente una loro validità operativa, ma che a mio avviso non sono destinate a cambiare in modo significativo la condotta delle operazioni, dove contano gli uomini sul terreno e l’interazione tra forze corazzate e fanteria, cosa che al momento non sta funzionando molto bene. E’ più una operazione mediatica che altro".

L’offensiva su Kiev è ferma, così quella su Khakiv. L’ipotesi Odessa sembra tramontata. I russi stano però cercando ancora di avanzare nel Donbass. La vede l’ipotesi di un tentativo di chiudere in una grande sacca le ingenti forze ucraine che difendono il Donbass?

"L’offensiva nel Donbass è una opzione molto razionale da pare dello Stato maggiore russo, che sta facendo lì lo sforzo più importante, assieme a quello in atto a Mariupol. Ma non è facile per i russi avanzare, perché li sono schierate alcune delle forze più professionali di Kiev, che faranno di tutto per non cedere e farsi accerchiare. Ha senso, ma da lì a concretizzarlo, ce ne corre".

L’ha sorpresa che i russi non hanno il pieno controllo dello spazio aereo ucraino?

"Dai dati disponibili i russi hanno una supremazia aerea ma non hanno il dominio dell’aria, e sono due cose completamente diverse. Per avere il dominio dell’aria devi non aver alcun sistema di contrasto che possa mettere il discussione le tue capacità. Gli ucraini, anche se non hanno velivoli che combattono con quelli russi, continuano ad avere una capacità operativa grazie ai missili superficie-aria: sia quelli che avevano da prima, sia i missili spallabili di classe Stinger fornitigli dall’Occidente, sistemi che hanno una grandissima efficacia e rendono molto difficile operare al di sotto dei 4 mila metri, quindi, obbligano ad usare munizioni meno precise e rendono complicato o impossibile quel supporto aereo ravvicinato alle truppe di terra che è oggi quasi indispensabile per avere un esito positivo di una offensiva. Un bel problema".

Crede che Mariupol cadrà?

"Visto che a Mariupol gli ucraini sono accerchiati, anche se si difendono accanitamente, è molto probabile che accada".

La presa di Mariupol può essere quanto basta per poter far dire al Cremlino “abbiamo raggiunto i nostri obiettivi“ e trattare davvero?

"Forse. Putin deve poter elaborare una narrazione di successo, dire che gli obiettivi sono stati raggiunti. Per adesso, sia pure facendo un ampio sforzo dialettico, non ci siamo. Ma la possibile presa di Mariupol potrebbe essere la cosa che induce le due parti a mettersi attorno a un tavolo per trovare una soluzione, che necessariamente sarà una soluzione di compromesso. Ma solo Putin lo sa se Mariupol gli basterà".