Spie in Afghanistan per stanare l'Isis. Biden prova ad uscire dall'angolo

I repubblicani presentano l’impeachment contro Blinken: "Ritirata fallimentare, non ha protetto gli americani"

Joe Biden, 73 anni, si è commosso durante l'ultimo discorso tv (Ansa)

Joe Biden, 73 anni, si è commosso durante l'ultimo discorso tv (Ansa)

Dopo la strage di giovedì la Casa Bianca teme un nuovo attacco a Kabul nelle prossime ore. È un Joe Biden straziato, che butta indietro le lacrime e la rabbia, il presidente Usa presentatosi al Paese nel giorno del massacro dei marines. Un commander in Chief su cui piovono critiche da ogni parte: i repubblicani, oltre a invocare a ranghi sparsi il suo impeachment, vogliono portare in Congresso una legge bipartisan a tempo di record per impedire alle forze armate americane di lasciare l’Afghanistan fino a quando l’ultimo cittadino Usa non se ne sarà andato. Non solo. Due deputati del Gop, Ralph Norman e Andy Harris, attaccano Antony Blinken e contro il segretario di Stato presentano un paio di capi di imputazione per la sua "fallimentare" gestione delle evacuazioni, accusandolo di non essere riuscito a proteggere le vite degli americani.

Approfondisci:

"La Cina mette le mani su Kabul". Lo storico: Occidente allo sbando

"La Cina mette le mani su Kabul". Lo storico: Occidente allo sbando

"I responsabili della strage la pagheranno – ha promesso Biden commosso davanti ai cronisti –. Li cercheremo dappertutto e li puniremo. Li vogliamo morti. Li colpiremo con forza e precisione in Afghanistan. Porteremo a termine la nostra missione. Non lasceremo nessun americano a Kabul e metteremo in salvo il maggior numero di persone possibili fino all’ultimo momento". L’orologio della catastrofica ritirata Usa ha pochi giri di lancette da consumare fino al 31 agosto. Può succedere ancora di tutto. Nuove autobombe, missili e nuovi morti. Il Pentagono conferma che rimangono 5.400 soldati e collaboratori che vanno tirati fuori da Kabul. I terroristi dell’Isis Khorasan, considerati gli estremisti islamici più violenti e sanguinari, nati nel 2015 dalla fusione di guerriglieri pachistani e talebani, cresciuti in una vasta area che si infiltra anche tra Iran, Pakistan e Turkmenistnan, esaltati dalla strage di Kabul, minacciano nuove e imminenti azioni suicide.

Approfondisci:

Lo strazio degli afghani che restano. "Noi, disperati e nascosti come topi"

Lo strazio degli afghani che restano. "Noi, disperati e nascosti come topi"

Il Pentagono adesso sostiene, col generale Hank Taylor, che "l’attacco all’aeroporto è stato il frutto di un’unica esplosione suicida e che non ci sarebbe stata una seconda bomba all’Hotel Baron". Gli strateghi dell’intelligence suggeriscono a Biden di completare l’evacuazione in fretta, per lasciare sul campo gli agenti della Cia e le truppe speciali a dare la caccia con ogni mezzo ai leader dell’Isis-Khorasan sempre in continuo movimento. Droni, elicotteri invisibili, uomini della Delta Force e dei Navy Seals sono già mimetizzati non solo a Kabul ma anche in altre parti dell’Afghanistan: potrebbero colpire in qualsiasi momento.

Anche se la rappresaglia scattasse immediata e devastante, Biden non si scrollerebbe comunque di dosso le critiche per un ritiro sconcertante, ma potrebbe attribuire le ultime perdite al prezzo di sangue che ogni guerra si trascina come colpi di coda, aggiungendo che solo lui ha avuto il coraggio di portare a compimento la resa che Donald Trump aveva firmato con i talebani.

Molti equipaggiamenti militari Usa verranno distrutti in queste ore perché non finiscano nelle mani dei terroristi. Un appello però che arriva dai nuovi e violenti padroni di Kabul è la richiesta a molti Paesi di rimanere con i propri specialisti per gestire e far funzionare l’aeroporto della capitale una volta che gli ultimi C-130 Usa se ne saranno andati. Ma i talebani hanno chiesto anche a Washington di mantenere nel Paese dopo l’evacuazione almeno una presenza diplomatica sull’esempio di Russia e Cina.

"Alcune migliaia di terroristi dell’Isis e criminali comuni – dice il portavoce del Pentagono ammiraglio Kirby – sono stati inspiegabilmente liberati dalle carceri afghane poche settimane fa e nessuno se ne assume la rsponsabilità". L’intreccio di relazioni fra i gruppi armati, i signori della guerra e dell’oppio, gli stessi talebani e i politici corrotti che ritornano, continua ad offrire un quadro della realtà afghana incerto e insicuro.