Martedì 23 Aprile 2024

Madrid, finanziaria bocciata. Spagna al voto anticipato

Ad affossare il governo Sanchez sono stati i partiti indipendentisti e di centrodestra e la questione Catalogna

Pedro Sanchez, primo ministro spagnolo, e la vice Carmen Calvo (Epa Ansa)

Pedro Sanchez, primo ministro spagnolo, e la vice Carmen Calvo (Epa Ansa)

Madrid, 13 febbraio 2019 - Bocciata la finanziaria in Spagna, cade il governo socialista di Pedro Sanchez e si profila lo spettro delle elezioni anticipate, complice la questione irrisolta delle spinte separatiste in Catalogna. Sono stati 191 i voti contrari alla legge di bilancio nel parlamento di Madrid. A votare contro sono stati i deputati dell'opposizione conservatrice e dei partiti regionali catalani, destra e indipendentisti: 158 soltanto i favorevoli su un totale di 350 deputati. L'esito negativo ha già messo in moto la corsa alle urne. Già oggi il premier potrebbe annunciare il voto anticipato di un anno rispetto alla scadenza naturale, probabilmente la consultazione si terrà a fine aprile.

Si tratta di una crisi annunciata, dopo il rifiuto dell'esecutivo socialista minoritario di negoziare l'autodeterminazione della Catalogna e "l'ingerenza politica nel processo giudiziario" contro i leader indipendentisti davanti al Tribunale Supremo, ha riconosciuto la portavoce socialista alla Camera. Vani i tentativi del Psoe, di Podemos e dei nazionalisti baschi di salvare l'iter della legge di bilancio, sbarrato sul nascere da emendamenti presentati da Erc, PdeCat, oltre che dal Pp, Ciudadanos, Foro Asturias e Coalicin Canaria. Restano fermi al palo l'aumento della spesa sociale, la rivalutazione delle pensioni, il salario minimo interprofessionale a 900 euro e il piano da 3 miliardi per il lavoro giovanile. Neanche l'aumento del 52% degli investimenti in Catalogna (pari a oltre 2 miliardi) è bastato a persuadere gli indipendentisti. "Si sono uniti nel voto al blocco di destra che chiede il commissariamento sine die della Catalogna, per non fare avanzare il Paese", ha recriminato la ministra delle Finanze, Maria Jesus Montero

"Elezioni quanto prima per frenare il degrado economico e il discredito internazionale provocato dal negoziato con i secessionisti", ha incalzato il leader del Popolari, Pablo Casado. "In Spagna non può continuare ad agonizzare una legislatura nata morta. Bisogna andare alle urne", ha rincarato Ciudadanos. La concomitanza del voto sulla Finanziaria con l'inizio del processo in Corte Suprema per i leader accusati di ribellione dopo il referendum del 2017 e i disordini a Barcellona ha vanificato i tentativi di mantenere in piedi il governo Sanchez fino al prossimo autunno, con soli 84 deputati su 350, doppiando il voto europeo, regionale e municipale del 26 maggio. Almeno 45mila persone avevano manifestato nella capitale spagnola l'altro ieri per chiedere le dimissioni del premier, considerato un traditore per come ha gestito la partita con i separatisti catalani.