Ucraina, la (solita) tattica suicida: i soldati russi carne da cannone al fronte

Già morti in 200mila: in 11 mesi le perdite sono otto volte più di quelle americane in vent’anni di Afghanistan. Giovani, impreparati e mal equipaggiati: Mosca ha mandato allo sbaraglio i suoi uomini

Parigi, 4 febbraio 2023 - I russi concentrano truppe sul fronte del Donbass, 300mila uomini pronti alla battaglia che Putin spera decisiva. Le armi non sono pari a quelle fornite dagli occidentali a Kiev, ma ha uomini da sacrificare, altri due milioni, mal equipaggiati, giovani non addestrati. "Li usa come carne da cannone", denuncia Zelensky. Si combatte metro per metro a Bakhmut. "I russi avanzano – racconta il soldato Alexey – li colpiamo a cannonate, con i droni, ma continuano ad avanzare, si nascondono dietro barriere di cadaveri, i corpi dei compagni caduti".

Soldati russi mandati a combattere nell’est dell’Ucraina
Soldati russi mandati a combattere nell’est dell’Ucraina

Niente di nuovo. I russi hanno sconfitto Napoleone e Hitler, sacrificando milioni di uomini. Hanno vinto a Stalingrado, senza badare ai caduti, sarebbero finite le munizioni dei tedeschi prima dei giovani russi. La battaglia per la conquista di Berlino durò dal 16 aprile 1945 fino al 2 maggio, si continuò a morire quando Hitler si era già ucciso. Ma in prima linea combattevano i mongoli, i russi avanzavano in seconda linea. A Montecassino, gli americani mandarono a combattere neozelandesi e polacchi. Ma l’abbazia non era da conquistare a tutti i costi, i tedeschi circondati si sarebbero arresi.

"Carne da cannone" è un’espressione coniata da Chateaubriand nel 1814, "chair à canon ", in un pamphlet contro Napoleone: "Si è giunti a tal punto di disprezzo per la vita degli uomini, da chiamare i coscritti la materia prima per la guerra…". In 15 anni, nelle guerre napoleoniche caddero tre milioni di soldati, quasi ogni famiglia in Francia ebbe un figlio o un marito da piangere. In guerra si muore, ma la "carne da macello" riguarda i combattenti sacrificati invano, o non risparmiati per l’orgoglio o la stupidità dei comandanti.

"Cani! Volete vivere in eterno?", gridò Federico II di Prussia alla battaglia di Kolin, in Boemia, durante la Guerra dei Trent’anni, il 18 giugno del 1757. Con 32mila prussiani, affrontò 65mila austriaci, uno scontro da evitare, e la prima sconfitta per il Vecchio Fritz.

Si scelgono i soldati da sacrificare. Nella ritirata di Russia, Bonaparte mise nella retroguardia i 30mila bavaresi. Ne tornarono in cinquemila. Nell’antichità si cercava di evitare perdite inutili. È una leggenda, ma nel VII secolo avanti Cristo, nel conflitto tra Roma e Alba Longa, si decise di evitare la battaglia, con il duello tra i tre fratelli Orazi e i gemelli Curiazi. E vinsero i primi. In tutto cinque i morti.

Nel Medioevo, i mercenari valutavano le rispettive forze, e senza combattere decidevano: sei il più forte, hai vinto tu. Gli uomini in armi erano professionisti, avevano un prezzo, poi non contarono più nulla, quando venivano arruolati a forza. A Balaklava, il 25 ottobre 1854, Lord Cardigan manda i suoi 600 cavalleggeri alla carica contro i cannoni russi. Bello per il poeta Tennyson e per il cinema, e uno stupido massacro. Il generale francese Pierre Bosquet, osserva da una collina come a teatro: "C’est magnifique – esclama –, ma questa non è guerra, è una follia".

Prima di Verdun, il 1 luglio del 1916, nella battaglia della Somme, i britannici avanzarono a piedi, schierati come in parata contro le mitragliatrici tedesche. Nelle prime ore furono falciati in 10mila. Negli scontri fino a novembre, i morti alleati furono 624mila,i tedeschi 450mila. E la Somme non serviva per decidere la guerra. A Dieppe, in Normandia, il 12 agosto 1942 i britannici tentarono uno sbarco, con pochi uomini, mandati a morte certa, come una prova per lo sbarco di due anni dopo. I caduti furono 900 circa, carne da cannone, morti inutili in confronto dei 10mila del giugno ’44, caduti per una battaglia inevitabile.

In Ucraina, le perdite russe in undici mesi sarebbero circa 200mila, 8 volte più degli americani in vent’anni in Afghanistan. Ma a novembre erano centomila, secondo Biden, e altrettanti i caduti ucraini. Le perdite sono aumentate tragicamente perché negli ultimi mesi i russi hanno mandato a combattere ragazzi impreparati destinati al massacro. Carne da cannone, non conta solo il numero delle vittime, ma il motivo della loro morte.