Mercoledì 24 Aprile 2024

Smartphone cinesi, allarme degli 007 Usa: "Vi spiano"

"Sicurezza nazionale a rischio". Ecco rischi e contromisure

Richard Yu, ad Huawei (LaPresse)

Richard Yu, ad Huawei (LaPresse)

New York, 16 febbraio 2018 - Non è un'accusa da poco. Il direttore dell’Fbi Chris Wray e i capi di tutte le agenzie di sicurezza Usa, dalla Cia alla Nsa, dicono sotto giuramento al Congresso Usa: i nostri cittadini non dovrebbero comprare smartphone prodotti in Cina da gruppi come Huawei o Zte perché «rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale. Il rischio principale è quello di permettere a società vicine al governo di Pechino, di infiltrarsi nelle reti di telecomunicazioni americane, con la possibilità di rubare o modificare informazioni e di fare spionaggio».

Il direttore dell’Fbi, che insieme agli altri capi dell’intelligence continua ad accusare i russi di aver interferito e di minacciare anche il risultato delle prossime elezioni di medio termine, sa di scatenare una dura reazione cinese con le sue affermazioni, che potrebbe presto portare alla guerra fredda anche nelle tecnologie, ma vuol mandare un segnale urgente, riconoscendo che i colossi di Pechino e Shanghai, se riuscissero a penetrare ancora di più il mercato americano, potrebbero costituire una forma di pressione enorme anche sulle infrastrutture delle telecomunicazioni.

Immediata la replica di Zte, che non ci sta a farsi considerare come un veicolo per lo spionaggio e replica: «Noi siamo orgogliosi delle innovazioni dei nostri prodotti e della loro sicurezza sul mercato americano. Operiamo in 170 Paesi nel mondo e aderiamo sempre a tutti gli standard di ogni realtà e siamo in prima fila per garantire il massimo di sicurezza».

La scorsa settimana due senatori repubblicani, Rubio e Cotton, hanno introdotto una nuova legge che vieta al governo americano di acquistare o affittare equipaggiamenti e servizi da Huawei e Zte. Già nel 2012 i due colossi cinesi erano stati oggetto di un’indagine in Usa per verificare se il loro insediamento poteva favorire azioni di hackeraggio e spionaggio. L’ex direttore dell’Fbi, James Comey, nel 2014 ricordò in Congresso che l’hackeraggio cinese, sempre negato da Pechino, stava costando miliardi di dollari ogni anno al mercato Usa.

Con le vendite in crescita soprattutto in Europa e con la Apple che produce in Cina la stragrande maggioranza dei suoi iPhone e tablet, Huawei si sente offesa dalle accuse e dalle insinuazioni dell’intelligence Usa e precisa: «Siamo una public company che si assoggetta a tutte le leggi e ai regolamenti americani» mentre l’amministratore delegato Richard Yu aggiunge: «Non costituiamo alcun rischio maggiore rispetto a qualsiasi altra compagnia di telecomunicazioni».