Giovedì 25 Aprile 2024

False identità sui siti porno. A Parigi legge salva-minori

Il governo vuole bloccare l’accesso degli under 18 ai contenuti hard su Internet. Le piattaforme che non si adeguano rischiano l’oscuramento e maxi multe

Siti porno, a Parigi legge salva-minori

Siti porno, a Parigi legge salva-minori

Parigi, 11 ottobre 2021 - Un decreto del governo presieduto da Jean Castex cerca di porre il freno all’accesso dei minorenni ai siti pornografici in Francia. Ma come possono essere verificate le età dei clienti del sito senza violare le più elementari regole sulla privacy? E soprattutto come si può accertare che chi dichiara la maggiore età sia davvero seduto davanti al pc e non "copra" un giovane? Il provvedimento è stato scritto seguendo le indicazioni del Comitato superiore dell’audiovisivo, che sono quelle per bloccare gli accessi e oscurare il reato più grave: la diffusione della pedopornografia. Il decreto, composto di sei articoli, concede la possibilità al Comitato di rendere inaccessibile su tutto il territorio nazionale un sito pornografico che permette la fruizione ai minori. 

L’operazione inizia quando qualcuno – genitore o associazioni in difesa dei minori e della famiglie – segnala la mancata prevenzione. A questo punto comincia un iter molto farraginoso. Il Comitato deve valutare la bontà della segnalazione: una volta accertata, diffiderà il sito, che avrà quindici giorni di tempo per le contromisure. In caso contrario, il responsabile legale rischia una denuncia penale per "attentato alla persona", pena massima tre anni di carcere e 75mila euro di multa, oltre al blocco dell’indirizzo Ip. Ma qui – e tutte le fonti convergono – inizia il difficile: come verificare senza ombra di dubbio l’età del fruitore del servizio porno? Qualche sito – che infatti è sotto la lente di ingrandimento della giustizia francese, fra l’altro i più noti come Pornhub e Yuporn – richiede solo di cliccare su una domanda facile facile: hai 18 anni o più? Difficile che un ragazzino preso in fallo lo neghi, ricordando l’esempio delle dichiarazioni mendaci di chi voleva entrare al cinema per un film vietato.

La Gran Bretagna ha sperimentato la scannerizzazione di un documento di identità che accompagni la richiesta di accesso. Si è anche ipotizzato, per quanto riguarda l’Italia, di usare il codice fiscale, ma i motivi per cui questo sistema non è sicuro sono abbastanza evidenti: anzitutto, chi dice che chi mostra digitalmente questo documento sia davvero lo stesso utente che poi entra nel dominio; secondo e più difficile scoglio da superare quello della privacy: ci sono migliaia di società, che hanno come sede altri paesi, che non vedono l’ora di possedere dati sensibili per inviare ogni tipo di sollecitazione pubblicitaria. Forse la soluzione più facile è quella dei genitori che controllino e spieghino ai figli ciò che è giusto e ciò che non lo è.