Siria, Putin: "Attacco già deciso, un pretesto la strage dei bambini"

Il Cremlino: "Messa in atto un'aggressione nei confronti di un nostro alleato". Per la Russia è comunque stato un flop: sui 59 missili lanciati solo 23 a bersaglio

Vladimir Putin infuriato per l'attacco Usa in Siria (Ansa)

Vladimir Putin infuriato per l'attacco Usa in Siria (Ansa)

Mosca, 7 aprile 2017 - L'attacco americano in Siria rischia di segnare una drammatica linea di divisione, al limite della definitiva rottura, con la Russia di Vladimir Putin. A testimoniarlo la prima azione del Cremlino: la Russia ha annunciato la sospensione dell'accordo con gli americani per la prevenzione degli incidenti e la sicurezza nello spazio aereo siriano, rende noto il ministero degli Esteri. 

Il Cremlino avanza un'accusa pesantissima: gli Usa avevano deciso di attaccare la Siria già prima della strage avvenuta tre giorni fa nella provincia siriana di Idlib per un presunto attacco con armi chimiche di cui sono accusate le truppe di Damasco. Secondo il ministero degli Esteri russo la carneficina di Idlib è stata per gli americani solo "un pretesto". "È evidente - dichiarano da Mosca in un comunicato letto dalla portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova - che l'attacco con i missili da crociera americani è stato preparato in anticipo. A ogni esperto è chiaro che la decisione di effettuare gli attacchi è stata presa da Washington prima degli eventi ad Idlib che sono stati semplicemente usati come pretesto per dimostrare la forza".

Ancora: il portavoce del Cremplino sottolinea: "La Russia considera il raid missilistico degli Usa in Siria un atto di aggressione nei confronti di una nostro alleato". Evitando poi di rispondere alla domanda se Mosca aumenterà la sua presenza militare in Siria, il portavoce spiega: "Solo il presidente Putin può disporre l'aumento delle truppe russe in Siria". Sempre secondo Mosca l'azione americana sarebbe stata però un mezzo flop, con appena 23 missili su 59 a bersaglio. 

L'ira di Putin  è tradotta dalla dichiarazione di Dmitri Peskov, portavoce del presidente: gli Usa hanno sferrato un attacco "a uno Stato sovrano, che costituisce una violazione delle norme del diritto internazionale, per giunta pianificato". E ancora:  "Questa mossa da parte di Washington provoca un sostanziale danno alle relazioni russo-americane, che sono già ridotte a brandelli", ha aggiunto il portavoce, secondo cui Putin, nell'attacco americano, vede anche "un tentativo di distogliere l'attenzione della Comunità internazionale dalle numerose vittime tra la popolazione civile in Iraq". Il riferimento è al recente bombardamento da parte della coalizione a guida Usa su Mosul, che ha causato una strage di civili.

"Soprattutto, secondo Putin, questa mossa non ci avvicina all'obiettivo finale nella lotta al terrorismo internazionale - ha spiegato il portavoce - ma al contrario crea un serio ostacolo per la formazione di una coalizione internazionale contro di esso e per il contrasto efficace a questo male mondiale, che tra l'altro il presidente Usa Donald Trump aveva annunciato come uno dei compiti principali durante la sua campagna elettorale".

L'esercito di Bashar al Assad, ha ribadito il Cremlino, "non dispone di scorte di armi chimiche" e "la distruzione di tutte le scorte di armi chimiche delle forze armate siriane è stata certificata" dagli specialisti dell'Onu. Ma soprattutto, ha detto Peskov, Mosca ritiene che "ignorare totalmente il fatto che i terroristi (le formazioni islamiste che combattono contro Assad, ndr) usano armi chimiche peggiori notevolmente la situazione". Parole che archiviano la prospettiva di un miglioramento dei rapporti tra Cremlino e Casa Bianca.

HA VINTO L'ISIS - Il presidente della Duma (la Camera bassa del parlamento russo), Viacheslav Volodin, ha detto che l' attacco Usa alla base area siriana è una vittoria per l'Isis. "L'Isis oggi applaude gli Stati Uniti", ha detto alla stampa. A suo dire, gli Usa di fatto hanno garantito all'Isis una tregua e la possibilità di rafforzare le loro fila. Volodin ha poi denunciato che ora tutti gli sforzi compiuti dalla Russia e da chi l'ha sostenuta per distruggere il terrorismo, "anche gli Usa erano in questo dialogo", vengono così vanificati. "Dobbiamo fare di tutto per fermare gli Stati Uniti" in questa loro slancio di grande potenza. Il politico ha poi concluso che "il ruolo di poliziotto del mondo che agisce in violazione della legge e' carico di conseguenze negative".