Siria, attacco di Usa, Gb e Francia. Scontro all'Onu, bocciata la risoluzione russa

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Siria, attacco Usa sulla capitale Damasco (Ansa)

Siria, attacco Usa sulla capitale Damasco (Ansa)

Roma, 14 aprile 2018 - Consiglio di sicurezza Onu carico di tensione, dopo gli attacchi di Usa, Francia e Gran Bretagna in Siria. Gli Stati uniti hanno ancora "il colpo in canna", avverte senza giri di parole l'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley. Il raid di questa notte in Siria è da considerarsi concluso, ma in caso di nuovi attacchi con armi proibite, Washington è "pronta" a intervenire di nuovo. E quindi è muro contro muro: dall'altra parte c'è la denuncia altrettanto ferma di Mosca, che ha definito l'iniziativa "un'aggressione" inaccettabile e illegale. E così, dopo le bombe e gli appelli alla moderazione, le prime prove di dialogo sono finite in un sostanziale fallimento. E alla fine il Consiglio ha respinto la richiesta russa di condannare gli attacchi. 

Sul campo intanto i media siriani e israeliani parlano di una forte esplosione (nella serata italiana) e di un possibile attacco aereo in una base iraniana Jabal Azzan, a sud di Aleppo. Vi sarebbero vittime, forse alcuni ufficiali iraniani, oltre a numerosi feriti. L'esplosione è stata confermata anche dall'ong Osservatorio siriano sui diritti umani (Ondus). Secondo i media vicini a Hezbollah è stata accidentale.

Intanto il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo turco Tayyip Erdogan hanno si sono accordati - nel corso di una telefonata - sulla necessità di intensificare gli sforzi bilaterali per una soluzione politica del conflitto in Siria.

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L'ATTACCO - La notte tra venerdì 13 aprile e sabato 14 aprile gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna hanno lanciato un attacco missilistico contro la Siria. Uno "sforzo alleato contro barbarie e brutalità": così lo ha definito il presidente americano Donald Trump. Razzi, più di cento secondo fonti russe, sono stati lanciati su Damasco e Homs su tre obiettivi, che sarebbero coinvolti negli "attacchi chimici", l'ultimo a Duma, di Bashar al Assad. E a metà giornata Trump tornato a twittare: "L'attacco è stato eseguito perfettamente. Missione compiuta".

"Ho ordinato alle forze armate degli Stati Uniti di lanciare raid di precisione su obiettivi associati alla capacità del dittatore siriano di usare armi chimiche", ha dichiarato Trump alle 21:00 ora locale (le 3:00 in Italia), non esitando a definire le azioni compiute da Assad "crimini di un mostro".  "Un'operazione combinata è in corso con la Francia e la Gran Bretagna, li ringraziamo", ha aggiunto.

IL CONSIGLIO DI SICUREZZA - Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha bocciato la bozza di risoluzione proposta dalla Russia che "condannava l'aggressione contro la Siria da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati, in violazione delle leggi internazionali e della Carta delle Nazioni Unite". Il testo ha ottenuto solo 3 voti a favore (Russia, Cina e Bolivia), 8 contrari e 4 astenuti. Non è stato necessario il veto di Usa, Gran Bretagna e Francia. Per passare, le risoluzioni del Consiglio di sicurezza hanno bisogno di almeno nove voti positivi, senza alcun veto da parte delle cinque grandi potenze (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia e Cina), ognuna delle quali può quindi bloccare qualunque testo.

Nikki Haley ha chiuso alla diplomazia: "Il tempo delle parole è finito. Non permetteremo al regime di Assad di usare armi chimiche" e ha parlato di una "campagna di disinformazione" della Russia: "Le foto dei bambini morti non sono fake news". Quanto all'ambasciatore russo all'Onu, Vassily Nebenzia, ha sottolineato che l'attacco "renderà ancora peggiore la catastrofe umanitaria", oltre a minare l'autorità del Consiglio di Sicurezza. "È il momento che gli Usa imparino che il codice internazionale di comportamento sull'uso della forza è regolato dalla Carta delle Nazioni Unite", ha precisato.

PARIGI E LONDRA -  Per la Francia è tempo di tornare alla diplomazia: Parigi vuole "lavorare seriamente" con la Russia e la Turchia per raggiungere "una soluzione politica", ha fatto sapere l'Eliseo. E il presidente Macron ha detto che il Consiglio di Sicurezza dell'Onu deve "ora riprendere, unitariamente, l'iniziativa sul piano politico, chimico e umanitario".  Anche Londra ha tenuto a precisare che si è trattato di "un attacco limitato con chiari confini che vuole evitare l'escalation e altre vittime civili". Per la premier Theresa May l'attacco è stato "legale e giusto", giustificandolo sulla base dei "precedenti del regime siriano nell'uso di armi chimiche".

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IL PUNTO DEL PENTAGONO - L'attacco di stanotte in Siria "ha azzoppato il programma di armi chimiche" di Damasco - affermano i vertici del Pentagono - sottolineando come i bombardamenti porteranno il programma di armi chimiche siriano indietro di anni. Il generale Kenneth McKenzieI ha detto che i tre obiettivI dell'attacco sono stati centrati. Si trattava, ha spiegato, di infrastrutture di ricerca, produzione e stoccaggio. "E' stata una operazione precisa e senza difetti", ha aggiunto McKenzie. Sul primo obiettivo, nell'area di Damasco, sono stati scagliati 76 missili cruise, che hanno distrutto l'obiettivo, insieme ad altri tre edifici; sul secondo obiettivo, a Homs, sono finiti 8 missili americani e altri da francesi e britannici, e altrettanti ne sono piovuti sul terzo, ancora a Homs.

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Missili su Damasco

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LA RISPOSTA SIRIANA  - La difesa anti-aerea siriana è entrata in azione contro la "barbara e brutale aggressione" di americani, britannici e francesi, fa sapere la tv di stato di Damasco. Un numero "considerevole" dei missili è stato "intercettato e abbattuto" (informazione, questa, smentita dal Pentagono). Secondo l'agenzia di stampa ufficiale Sana i raid Usa avrebbero lo scopo di di "ostacolare" la missione dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) che oggi deve avviare la sua inchiesta sul presunto attacco chimico su Duma. Bashar al Assad ha dichiarato che gli attacchi aumentano la determinazione a continuare "a distruggere il terrorismo in ogni angolo della Siria",  e ha fatto pubblicare un video che lo ritrae mentre serenemente va a lavorare. Ha l'appoggio di molti: centinaia di persone sono scese in piazza nella capitale sventolando bandiere siriane, russe e iraniane, in segno di solidarietà al governo e di sfida agli Stati Uniti.  Per Damasco è  una violazione "evidente" del diritto internazionale e "avrà delle conseguenze". 

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RUSSIA  E IRAN: CI SARANNO CONSEGUENZE - Secondo la Russia, alleata della Siria, gli attacchi chimici di Assad sono una "fake news" montata ad hoc da Gran Bretagna e Usa. L'ambasciatore negli Stati Uniti Anatoly Antonov ha dichiarato che i raid sono "un insulto" a Vladimir Putin. Per questo "le azioni degli Usa e dei loro alleati in Siria non rimarranno senza conseguenze". Il presidente russo interviene in prima persona: l'operazione militare è "un atto di aggressione" contro un Paese che sta "combattendo il terrorismo sul suo territorio".

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Con Mosca si muove anche l'Iran. Il governo di Teheran ha ribadito che "non ci sono prove sull'attacco chimico in Siria" e che gli Stati Uniti e i loro alleati "sono responsabili per le conseguenze regionali che seguiranno all'attacco deciso senza aspettare che prendessero una posizione gli ispettori dell'Opac". Contro l'iniziativa dei Paesi occidentali si scaglia anche la guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, che ha definito Donald Trump, Emmanuel Macron e Theresa May dei  "criminali". 

Dall'altra parte plaude Israele, secondo cui l'iniziativa degli alleati è "un segnale importante all'asse del male: Iran, Siria e Hezbollah".

FONTI USA: "NON ESCLUSI ALTRI BOMBARDAMENTI" - Secondo il capo di stato maggiore Usa, il generale Joe Dunford, i raid sono stati puntati su luoghi collegati al programma delle armi chimiche siriano, uno vicino Damasco e due nella regione di Homs. Al momento, secondo il generale, non sono previste altre azioni militari. Anche se fonti dell'amministrazione Usa affermano che "quella che avete visto stanotte non è la fine della risposta degli Stati Uniti". Il piano messo a punto dal Pentagono "permette di procedere a ulteriori bombardamenti sulla base di quello che è stato colpito stanotte".  "E' chiaro che il regime di Assad non aveva ricevuto il messaggio dell'anno scorso", ha dichiarato il segretario Usa alla Difesa Jim Mattis, ricordando i raid americani dell'aprile 2017 vicino ad Homs. 

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"ITALIA NON HA PARTECIPATO" - ll Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, intervenuto questa mattina in una conferenza stampa, ha chiarito che l'Italia "non ha partecipato" all'attacco e chiesto che l'operazione di stanotte non sia l'inizio di una escalation, "ma anzi l'occasione per ritornare al negoziato". Il premier ha ricordato lo stretto legame dell'Italia con gli Stati Uniti e gli altri alleati, precisando però che dalle nostre basi, offerte in supporto logistico alla missione, non sono partite e "non partiranno azioni direttamente rivolte alla Siria".