Siccità, Europa prosciugata: le foto della crisi idrica peggiore di sempre

Fiumi e laghi vuoti dalla Francia alla Germania. A Londra il Greenwich park è una distesa gialla

Il Lac des Brenet, al confine tra Francia e Svizzera: il bacino ridotto a un rivolo (Ansa)

Il Lac des Brenet, al confine tra Francia e Svizzera: il bacino ridotto a un rivolo (Ansa)

8 agosto 2022 - I letti dei fiumi e del laghi vuoti: è la nuova normalità. Le foto che arrivano da tutta Europa testimoniano come la grande siccità dell'anno 2022, abbia stravolto i paesaggi, non solo in Italia ma anche nel Nord del continente. I tradizionali prati all'inglese nel Regno Unito hanno lasciato il posto a distese paglierine. Al confine tra Olanda e Germania il livello del Reno si è abbassato talmente tanto che ora è visibile il relitto di un'imbarcazione che trasportava dinamite esplosa nel 1895. Per non parlare dei ritrovamenti nel Po in secca. "The new normal", titola The Guardian: bisognerà abituarci, dunque. Perché con i cambiamenti climatici in corso, la crisi d'acqua non potrà che peggiorare. Nel suo ultimo monitoraggio l'Osservatorio dell'Unione Europea per la Siccità ha calcolato che nel 45% del territorio europeo la siccità è al livello di attenzione, mentre per il 15% già si parla di allarme. In questo 15% rientra la Pianura Padana ma anche il Lazio. Uscendo dall'Italia l'allerta massima riguarda vaste zone dell'Ungheria e della Romania, del Portogallo e della Germania. E a sorpresa anche are del Sud Est dell'Inghilterra.

In Francia il ministro dell'agricoltura ha avvertito che il raccolto di mais sarà inferiore del 18% rispetto allo scorso anno. Più di 100 comuni francesi non hanno acqua corrente e sono riforniti da autobotti. In Spagna le riserve idriche hanno toccato il minimo storico del 40%. In Italia il 2022 è stato l'anno più arido di sempre. Con piogge quasi dimezzate che hanno fatto registrare quasi il 50% in meno (-46% delle precipitazioni cumulate) il 2022 è ad oggi l'anno più siccitoso di sempre cioè dal 1800, da quando vengono rilevati i dati a livello nazionale. A indicarlo sono i dati pubblicati ogni mese dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isac-Cnr). La riduzione maggiore, del -52% ha colpito il Nord, leggermente inferiore invece al Centro-Sud con -42% rispetto agli accumuli medi.