Giovedì 25 Aprile 2024

Seattle, ruba aereo e si schianta. Le ultime parole del meccanico suicida

Alcuni spezzoni della lunga conversazione che il 29enne ha avuto con la torre di controllo dell'aeroporto Il drammatico volo del ladro di aerei

Seattle, meccanico ruba aereo e si schianta su un'isola

Seattle, meccanico ruba aereo e si schianta su un'isola

Seattle (Usa), 11 agosto 2018 - Cos'aveva in mente, il meccanico che ieri sera è riuscito a rubare un aereo della Alaska Airlines, è decollato tutto solo ed è andato a morire, schiantandosi in una palla di fuoco, sull'isoletta Ketron Island? Difficile dirlo con precisione ma - escluso il movente terrorismo - è utile ascoltare le sue ultime parole attraverso lo straordinario spezzone audio della lunga conversazione che il pilota suicida ha avuto con la torre di controllo dell'aeroporto internazionale di Seattle-Tacoma.

La riporta, tra gli altri, il Mail online, precisando che il meccanico era un ventinovenne della contea di Pierce, bianco, e che dai controllori si faceva chiamare Rich. Durante quell'ultimo, tragico volo ha confessato ad esempio di essere "solo un ragazzo distrutto". Poi, in apparente contraddizione con l'istinto suicida, in tono scherzoso ha aggiunto: "Non sono ancora pronto per farlo cadere". E ancora, sempre scherzando: "Mi sto preparando al carcere a vita". Oppure: "Credi che se riesco ad atterrare bene l'Alaska mi offrirà un lavoro come pilota?"

A un certo punto, Rich dice: "Molte persone mi vogliono bene... Saranno dispiaciute di sentire che ho fatto questo... Vorrei scusarmi con ognuno di loro. Sono solo un ragazzo distrutto, con le viti allentate... Non l'ho mai capito davvero, fino ad ora...".

In altri momenti del drammatico audio, Rich parlando con la torre di controllo sembrava collaborativo, come se volesse tentare di atterrare e salvarsi: ha comunicato di avere ancora 2.100 libre di carburante: "E' bruciato più in fretta di quanto mi aspettassi", aggiunge. Ma poi, mentre i controllori cercano di suggerirgli cosa fare, Rich riprende il tono macabro-scherzoso: "Non ho bisogno di aiuto, sono uno che gioca ai videogames...".

E verso la fine, rivolto al controllore: "Non voglio dar male a nessuno. Voglio solo che mi sussurri dolci stupidate nell'orecchio".

Lo sceriffo Paul Pastor ha confermato che l'incidente è stato "non correlato al terrorismo" e l'ha descritto come "una giostra andata terribilmente male".