
Jean Nidetch, morta a 91 anni nel 2015, fondò la Weight Watchers nel 1963 a Brooklyn (New York)
Tutto e subito, senza fatica o quasi: nulla rappresenta lo spirito dei nostri tempi meglio della notizia, riportata dal Wall Street Journal, che la Weight Watchers è sull’orlo della bancarotta. Motivo principale: il dilagare dell’utilizzo dell’Ozempic per dimagrire.
Il semaglutide (Ozempic è stato il primo nome commerciale, ora ce ne sono diversi) è il farmaco antidiabete che può essere utilizzato ‘anche’ per dimagrire. E che, in particolare negli Stati Uniti, viene preso ‘soprattutto’ per dimagrire. Un utilizzo sfrenato che un paio di anni fa aveva reso quasi introvabile il farmaco per chi ne ha davvero bisogno, cioè i diabetici.
Quindi: addio (o quasi) a diete di ogni tipo e alla palestra, pur di apparire in breve tempo più magri e più belli su Instagram e TikTok. Che è un addio anche a quel minimo di educazione alimentare, controllo di quantità e qualità del cibo oltre che del peso e sano movimento, che sono i capisaldi dello star bene. Sia chiaro, nessuno è perfetto, e la Weight Watchers, con il suo complicato sistema di valutazione del cibo, è oggettivamente sorpassata.
Ma aveva almeno due pregi da non sottovalutare: quello di non promettere miracoli ma dimagrimenti graduali e di lungo periodo, e un supporto durante il percorso. Dopo quel sistema, nato nel 1962, da decenni fioriscono studi nutrizionali, diete di ogni tipo, digiuni terapeutici, regimi alimentari più o meno rigidi o permissivi. Senza parlare delle mille e mille proposti di fitness, allenamento mirato, camminate da diecimila passi al giorno, app con esercizi specilizzati, chi più ne ha più ne metta...
Tutte strade ‘antiche’ perché richiedono qualcosa che il semaglutide non chiede: i sacrifici.