Scandalo Qatar, sequestrato a Eva Kaili un tesoro da 750mila euro. Atene le congela i beni

I contanti - in banconote da 20 e 50 euro - ritrovati nella casa dell'ormai ex vicepresidente del Parlamento Ue e nella valigia del padre. Continua l'inchiesta sulla presunta corruzione da parte del Qatar

Bruxelles (Belgio), 12 dicembre 2022 - È nell'ordine delle centinaia di migliaia di euro l'importo in contanti sequestrato nell'abitazione dell'ex vicepresidente dell'Eurocamera Eva Kaili e nelle borse che suo padre trasportava quando è stato fermato dalle autorità. Secondo il quotidiano belga L'Echo, le prime stime parlano di oltre 750mila euro in tagli da 20 e 50 euro: seicentomila euro erano nella valigia portata dal papà di Kaili e il resto nell'abitazione dell'eurodeputata greca. Fino a ieri pomeriggio i soldi non erano stati ancora contati, in attesa dell'esito della perizia tecnica sulle banconote.

Eva Kaili è stata arrestata
Eva Kaili è stata arrestata

Fiumi di denaro

La somma sequestrata alla politica greca si aggiunge ai 600mila euro ritrovati dalla polizia belga nelle prime case - tra cui quella dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri - perquisite venerdì mattina nell'ambito dell'inchiesta sul presunto giro di corruzione, riciclaggio di denaro e associazione a delinquere ritenuto connesso alle attività del Qatar per 'ripulire' la reputazione del Paese che ospita i Mondiali di calcio.

Atene congela i beni di Eva Kaili

Intanto Atene ha congelato tutti i beni di Eva Kaili: lo ha reso noto il governo. La misura, ha spiegato il presidente dell'autorità greca anti-riciclaggio, Haralambos Vourliotis, riguarda anche la famiglia dell'ex vicepresidente del Parlamento Ue: bloccati "conti bancari, cassette di sicurezza, quote societarie e altri beni finanziari". Nel mirino dell'Autorità c'è anche una società immobiliare di recente costituzione nel quartiere chic ateniese di Kolonaki, che sarebbe stata creata dall'eurodeputata 44enne e dal suo compagno Francesco Giorgi.

Borrell: "Accuse molto gravi"

Non si fermano le reazioni allo scandalo che ha travolto le istituzioni europee. Arrivato a Bruxelles, l'Alto rappresentante per la Politica estera Ue, Josep Borrell, si è detto "molto, molto preoccupato" per quello che potrebbe emergere dall'inchiesta giudiziaria in corso in Belgio su quello che la stampa definisce come "Qatargate", anche se le fonti ufficiali non hanno ancora mai menzionato il Qatar, ma solo "un Paese del Golfo". "C'è un procedimento in corso - le parole di Borrell - e occorre aspettarne l'esito. In ogni caso si tratta di accuse molto gravi".

Von der Leyen: "Grande preoccupazione"

Sul caso è intervenuta anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: "Le accuse contro il vicepresidente del Parlamento europeo sono estremamente preoccupanti, molto gravi, è una questione di fiducia delle persone nelle nostre istituzioni, e questa fiducia richiede i più alti standard di indipendenza e integrità. Ho già proposto la creazione di un organismo etico indipendente che copra tutte le istituzioni dell'Unione Europea". 

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L'attacco del Pasok

"Da tempo Eva Kaili aveva preso le distanze dall'ideologia e dalla politica del suo partito di appartenenza, il Pasok, per identificarsi con quello al governo di Nea Dimokratia e il Partito popolare europeo": lo ha dichiarato Andreas Spyropoulos, segretario del Comitato politico centrale del Pasok, durante un'intervista all'emittente Mega. Già ieri il leader del partito socialista greco, Nikos Androulakis, aveva definito l'eurodeputata "un cavallo di Troia all'interno del Pasok che operava per conto di Nea Dimokratia". Secondo Spyropoulos, l'eurodeputata avrebbe anche cercato di evitare che il caso delle intercettazioni venisse sollevato in Parlamento europeo. "Abbiamo deciso immediatamente di estromettere Kaili dal partito a seguito di questo scandalo che colpisce il cuore dell'Europa", ha aggiunto il politico del Pasok, commentando l'arresto in flagranza di reato di Kaili.