Sarkozy si difende: "Vivo l'inferno della calunnia"

Secondo l'ex presidente francese, incriminato per i fondi illeciti dalla Libia, non ci sono prove materiali contro di lui

L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy (Ansa)

L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy (Ansa)

Parigi, 22 marzo 2018 - E' l'ora dello sfogo, per l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy, interrogato per 25 ore, incriminato per il sospetto finanziamento libico alla sua campagna elettorale 2007 e da ieri sera in libertà vigilata. Sarkò ai magistrati, come ricostruisce il sito online di Le Figaro,  ha dichiarato di vivere "l'inferno della calunnia" dall'11 marzo 2011. L'ex presidente ha denunciato poi l'assenza di "prove materiali" nelle accuse contro di lui. I capi d'accusa sono "corruzione passiva", "finanziamento illegale della campagna elettorale" e "ricettazione di fondi pubblici libici".

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"È stato dimostrato in molte occasioni che lui (il faccendiere franco-libanese Ziad Takieddine, ndr) ha ricevuto denaro dallo stato libico - ha detto l'ex presidente francese - E a proposito di Takieddine, vorrei ricordare che non ha dimostrato alcun versamento di denaro verso di me nel periodo 2005-2011".   "Durante le 24 ore della mia custodia - ha ribadito poi l'ex Capo di Stato - ho cercato di dimostrare con tutta la forza della mia convinzione che le indicazioni serie e concordanti che sono la condizione dell'accusa non esistono tenuto conto della fragilità del documento oggetto dell'inchiesta giudiziaria e tenendo conto ancehe delle caratteristiche altamente sospettose e del passato pesantemente oscuro di Takieddine".

"I fatti di cui sono sospettato sono seri, ne sono consapevole - ha concluso davanti ai magistrati - ma se, come continuo a proclamarlo con la massima costanza e la più grande energia, si tratta di una manipolazione del dittatore Gheddafi o della sua cerchia o dei suo i fedeli (...), io chiedo ai magistrati di misurare la profondità, la gravità, la violenza dell'ingiustizia che mi viene fatta".

I finanziamenti a Sarkozy sono stati confermati da ex responsabili libici e dal mediatore Ziad Takieddine, mentre altri dignitari libici hanno smentito. Nelle dichiarazioni riportate da Le Figaro l'ex presidente nega di aver incontrato Takieddine nel periodo considerato dalle indagini, ovvero dal 2005 al 2011, né alcun incontro fu annotato nell'agenda di Sarkozy, pubblicata da L'Express. "Come si può affermare che ho favorito gli interessi dello stato libico? - si chiede Sarkozy - Sono stato io a ottenere il mandato dell'Onu per colpire lo stato libico di Gheddafi. Senza il mio impegno politico, questo regime probabilmente sarebbe ancora presente".

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