Martedì 16 Aprile 2024

Sarkozy, belle donne e scandali. La parabola di Nicolas

Da delfino di Chirac all'Eliseo. Sul suo operato l'ombra di condotte poco trasparenti Sarkozy in stato di fermo, l'ex presidente sotto interrogatorio

Nicolas Sarkozy e Carla Bruni

Nicolas Sarkozy e Carla Bruni

Parigi, 21 marzo 2018 - Sessantatré anni, 3 mogli, 4 figli, in politica a 18 anni, deputato a 30, ministro del Bilancio, dell’Interno, dell’Economia, delle Finanze, presidente del partito neo-gollista Ump, presidente della Repubblica dal 2007 al 2012: la storia di Nicolas Sarkozy, il «mezzo immigrato» di origini ungheresi che esitava fra la carriera di giornalista e di avvocato, è il film di un’asfissiante corsa alla conquista del potere. La Francia, stanca di monarchi che appartenevano al passato (Mitterrand e Chirac), era rimasta sedotta dal suo entusiasmo, dalla sua impressionante capacità dialettica. Si era illusa di aver trovato un uomo forte, capace di ridare spinta al mercato, un leader che avrebbe resuscitato il prestigio – se non la grandeur – di un Paese che non si rassegna alla mediocrità.

Sarkozy in stato di fermo, l'ex presidente sotto interrogatorio

La delusione è stata cocente fin dal primo giorno, quando Sarkozy appena eletto presidente snobbò la folla che lo aspettava alla Concorde e andò invece a festeggiare nel covo dorato del Fouquet’s, circondato da banchieri, uomini d’affari e miliardari. Un presidente bling-bling, amante dei Rolex, del fasto e dei quattrini. Un personaggio sanguigno, vendicativo, pronto a pronunciare invettive plebee (è rimasto celebre il suo «Casse-toi, pauv’ con!», «Sparisci, povero coglione!», indirizzato a un giovane che aveva rifiutato di stringergli la mano). Oggi le vicende giudiziarie scalfiscono per l’ennesima volta la sua immagine. Non sappiamo se sia innocente o no, se si sia fatto finanziare da Gheddafi, se sia responsabile delle accuse di corruzione: saranno i magistrati a dirlo. Ma sappiamo che la Francia ha cessato da un pezzo di amarlo. E che inorridisce all’idea che dietro la guerra dichiarata da Sarkozy alla Libia potesse esserci il cinico progetto di eliminare le prove che pesavano nei suoi confronti.

Sarkozy e i soldi di Gheddafi, le tappe e l'inchiesta

Nel 1976, sciarpa al collo e capelli ricci a criniera di leone, il giovane Sarkozy manifestava con gli studenti a Nanterre, la stessa località in cui ieri mattina è stato condotto in stato di fermo per essere interrogato. Sembra passato un secolo: anni di battaglie politiche, di tradimenti (lanciato da Chirac si schierò con Balladur nella convinzione che quest’ultimo vincesse le presidenziali), di atteggiamenti inopportuni (come dimenticare il risolino sarcastico e l’occhiata d’intesa ad Angela Merkel quando un giornalista gli pose una domanda su Berlusconi?), di complotti. Protagonista di sceneggiate a uso e consumo dei magazine, Sarkò ha agli occhi dell’opinione pubblica un solo grande atout: sua moglie Carla Bruni. Una star che la Francia non dimentica e che apprezza, fra l’altro, per la sua lealtà: perché non è scappata nel momento del pericolo ed è rimasta fedele al marito.

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