Sabato 19 Luglio 2025
Alessandro D’Amato
Esteri

Sanchez nei panni dell’anti Trump, l’analista: così la Spagna si isola

Gregory Alegi: “Le spese per la difesa? Bisogna valutare anche la partecipazione alle missioni. Le minacce del tycoon sono un bluff. L’export spagnolo verso gli Stati Uniti pesa poco”

Sanchez nei panni dell’anti Trump, l’analista: così la Spagna si isola

Roma, 27 giugno 2025 – Gregory Alegi, storico e docente di Scienze Politiche alla Luiss, qual è il problema tra Trump e la Spagna?

“Il problema è la differenza tra capacità e spesa. È un argomento usato spesso dai Paesi che spendono meno per la difesa, tra cui la Spagna (che nel 2024 spendeva l’1,28% del Pil) ma anche l’Italia (1,49%). Ma bisogna valutare anche cosa si dà all’alleanza in termini di capacità e di partecipazione alle missioni (noi siamo il primo contributore del supporto alla difesa aerea). E anche le differenze di prezzo dei beni nei diversi Paesi”.

BELGIUM EU SUMMIT
Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez durante una conferenza stampa a Bruxelles (Ansa)

La Spagna dice che raggiungerà gli obiettivi con il 2,1% del suo Pil. La Nato assicura che Madrid avrà bisogno di almeno il 3,5%. Chi ha ragione?

“Oggettivamente certe dimensioni sono legate alle spese. Se si immagina che il prossimo scontro durerà pochi giorni, probabilmente tutti i paesi europei già hanno ciò di cui hanno bisogno. Se si pensa all’Ucraina, ecco che tutto cambia. Il 2,1% del Pil spagnolo sembra insufficiente. Poi bisogna vedere cosa c’è dentro queste spese. Oltre alle munizioni, per esempio, si parla di strade e telecomunicazioni, che normalmente sono utilizzate dalla società civile ma possono servire anche per spostare mezzi militari. Non si può ragionare soltanto sui numeri”.

Approfondisci:

Bruxelles, la linea è rinviare. Gaza e difesa, i leader prendono tempo

Bruxelles, la linea è rinviare. Gaza e difesa, i leader prendono tempo

Alle minacce sui dazi per la Spagna di Trump Sánchez ha risposto ricordando che la politica commerciale è europea. Gli esperti dicono che sarebbe difficile differenziare le tariffe per colpire solo Madrid. È un’arma spuntata?

“Prima di tutto bisogna dire che Nato e Ue non coincidono. E quindi premere sull’Unione per avere un ritorno nell’ambito dell’Alleanza Atlantica è improprio. Ma soprattutto, la Spagna fa 18 miliardi di esportazioni negli Usa, l’Ue in totale ne fa più di 700. Madrid pesa troppo poco sul totale. Sappiamo però che Trump non ama l’Ue e gli piace crearle problemi”.

Per quanto riguarda il totale delle spese militari, dove si troveranno i soldi?

“Anche qui bisogna vedere il punto di partenza. Per la Polonia, che oggi spende il 4,12%, arrivare al 5% è facile. Mentre chi spende meno, come Spagna e Italia, farà più fatica. Ma ancora non sappiamo cosa conta per queste spese. Per esempio i carabinieri che dipendono dagli Interni ma sono forza armata, contano nel computo o no?”.

Gregory Alegi politologo
Gregory Alegi politologo

La premier Meloni dice che le spese Nato non leveranno un euro agli italiani.

“Anche qua dipende. Se spendo di più, quanto mi torna da quella spesa? Attualmente per esempio abbiamo pochi militari dopo la riduzione di Monti. Averne di più costituisce comunque un ritorno. Poi c’è da considerare che gli investimenti in ricerca hanno ricadute positive sul mercato. Dire che non cambia nulla forse è esagerato: qualcosa si sposta. Ma non necessariamente si toglie qualcosa: dipende da come verranno spesi i soldi”.

E perché non possiamo fare anche noi come la Spagna?

“Certo che possiamo. Basta che siamo pronti a pagarne le conseguenze. Un paese che per esempio ha una sua visione degli equilibri del Mediterraneo e dell’Africa (e presenta il piano Mattei) è credibile se si impegna in altri scenari. Isolarsi è sempre possibile, ma poi non bisogna lamentarsi se non ci danno retta”.

Alla luce della svolta sul 5% la difesa Ue ha un futuro? C’è chi ha proposto di costruire un Iron Dome europeo…

“A parte che ci sarebbe bisogno di una difesa contro i grandi missili, l’esempio calza: per me quello dell’Iron Dome è il tipico caso di una priorità di qualsiasi difesa europea. A prescindere da chi possa essere il nemico che lo lancia. Mettere un tetto sulla casa dovrebbe essere il punto di partenza. E in più un Iron Dome europeo è qualcosa per cui in Ue abbiamo le capacità già in casa. Perché non provare?”.