Serial killer disegna i volti delle vittime. Ha ucciso più di 90 donne

L'Fbi diffonde i ritratti femminili realizzati da Samuel Little, 78 anni, pluriomicida. Appello per dare un nome alle ragazze scomparse

Alcuni dei volti delle vittime disegnati dal serial killer reo confesso Samuel Little

Alcuni dei volti delle vittime disegnati dal serial killer reo confesso Samuel Little

Dallas, 15 febbraio 2019 - Ha fatto scalpore la decisione dell'FBI di pubblicare una serie di immagini femminili che Samuel Little, 78 anni, considerato il serial killer più feroce d'America, ha fatto alle sue vittime. L'ex pugile, che ha confessato di aver ucciso 93 donne in quarant'anni negli Stati Uniti (sono solo 36 quelle identificate con certezza), ha realizzato 16 ritratti originali per consentire l'identificazione di vittime che ancora non hanno un nome. Due di queste sono state localizzate, con un buon margine di probabilità, in Maryland e Arkansas. Gli esami sui cadaveri recuperati, attraverso perizie medico legali, impronte dentali e procedure forensi, hanno consentito risalire alla identità delle malcapitate e avvertire i familiari.

Cinque anni fa Samuel Little fu incriminato per la prima volta, e poi condannato come responsabile della morte violenta di tre donne, scomparse a Los Angeles alla fine degli anni '80. Di tante altre invece, tra cui quelle relative agli ultimi disegni diffusi in questi giorni, si sono perse le tracce. Un enigma per la polizia, perché Little nemmeno le conosceva quelle donne, non sa dire come si chiamavano. Le incontrò casualmente, ha detto, e ogni volta furono uccise senza premeditazione, in circostanze particolari. Per questo la galleria di volti commissionata al pluriomicida e diffusa dai detective del Federal bureau of investigation americano ha messo in moto un tam tam del tipo Chi l'ha visto? nel senso che a distanza di anni si cerca di risalire a parenti o amici, che possano riconoscere quelle tristi espressioni, e dare loro un nome.

Samuel Little, serial killer, nella foto diffusa dall'Fbi
Samuel Little, serial killer, nella foto diffusa dall'Fbi

Samuel Little, originario del Kentucky, sta scontando il carcere a vita e ha confessato di aver ucciso le 93 donne tra la California e il Massachusetts, negli anni compresi tra il 1970 e il 2005. Si trova in prigione in Texas, ha una personalità tremenda, tra le particolarità della sua mente criminale c'è una memoria fotografica sconcertante. Egli ricorda le fisionomie e le espressioni delle povere vittime, tanto da essere in grado di riprodurle fedelmente nei minimi dettagli, come farebbe un pittore sulla tela, meglio di un identikit. Fa più fatica a collocare nel tempo gli episodi delittuosi. Le date in cui dice di aver commesso gli efferati delitti sono approssimative, è riuscito invece a indicare con precisione le località in cui ha messo a segno gli attacchi, tanto che l'Fbi ha anche diffuso una mappa che indica dove il serial killer ha colpito.

Mappa dell'Fbi evidenzia i luoghi dove sono stati commessi i delitti
Mappa dell'Fbi evidenzia i luoghi dove sono stati commessi i delitti

Le indagini proseguono perché nella mente di Samuel Little affiorano sempre nuovi ricordi, tanto che otto casi sono stati risolti ultimamente, come quello di Jane Doe, di cui tanto parlano i media Usa. Un giallo che si avvia a soluzione dopo aver trovato riscontri incrociati con i profili di otto donne che risultavano scomparse misteriosamente. Un'altra particolarità inquietante di questa strage senza fine è che molte delle morti furono classificate a suo tempo come decessi per overdose, incidenti o per cause naturali, ha aggiunto l'FBI in un suo rapporto del novembre dello scorso anno, perché i cadaveri non presentavano segni di arma da fuoco, tracce o ferite che inducessero a sospettare un omicidio. Questo perché Little prendeva di mira prostitute malandate, tossicodipendenti incallite, ragazze allo sbando che vivevano ai margini della società in condizioni di salute precaria. Stordiva le vittime e le soffocava, ma riusciva poi a camuffare abilmente la scena del crimine, aggiungendo elementi ambigui che aprivano la strada alle ipotesi più disparate. Tanto che gli investigatori nemmeno cercavano un assassino,   credevano alla messinscena. All'epoca, poi, non esistevano i test del Dna, i filmati delle telecamere o i movimenti dei telefoni cellulari, riscontri oggi decisivi ai fini delle indagini.

Il procuratore distrettuale Bobby Bland, a Odessa, nel Texas, ha dichiarato recentemente che stanno provando a incrociare nomi, volti e storie, e che più della metà di questi orrori commessi a sangue freddo sono in parte chiariti. Buona parte dei gialli ancora irrisolti è collocata in California. L'autore di delitti seriali più crudele d'America era considerato finora Gary Ridgway, altrimenti noto come Green River Killer, che è stato condannato per 49 omicidi e sta scontando l'ergastolo nello stato di Washington. Ma Samuel Little, grazie anche alla particolarità della galleria dei ritratti delle sue vittime, e alla memoria senza pari che fa rivivere le storie, si appresta a diventare il serial killer più sconvolgente della storia degli Stati Uniti. Oggi è malato di cuore, ha il diabete, si sposta su una sedia a rotelle, ha i giorni contati, ma la memoria dell'ex pugile non si è appannata.