Russiagate, Trump: "Non sono preoccupato da cosa dirà Flynn". Ora trema Pence

L'ex consigliere ha ammesso le sue colpe ed è pronto a collaborare con la procura che indaga sul Russiagate. Il presidente ribadisce: "Nessuna collusione con Mosca". Ma adesso è il vicepresidente a tremare

Donald Trump (Ansa)

Donald Trump (Ansa)

New York, 2 dicembre 2017  - Un secco "No", è la risposta Donald Trump a chi gli chiedeva se fosse preoccupato per quello che Michael Flynn potrebbe dire al procuratore speciale per il Russiagate, Robert Mueller. 

Il presidente Usa, che ha lasciato la Casa Bianca per recarsi a New York, dove parteciperà a tre eventi di raccolta fondi per i repubblicani, è felice per aver ottenuto l'approvazione della riforma fiscale in Senato, e non sembre preuccuparsi per l'incriminazione del suo ex consigliere per la sicurezza nazionale. "Non c'è assolutamente collusione" tra la sua campagna elettorale e la Russia, ha ribadito il presidente dopo la dichiarazione di colpevolezza e la disposinilità a collaborare di Flynn con la procura speciale che indaga sul Russiagate.

La collaborazione di Flynn col procuratore speciale Robert Mueller, potrebbe sfociare, secondo Abc News, in una testimonianza contro Trump, dove l'ex consigliere potrebbe dire che è stato lo stesso tycoon a ordinargli di contattare il Cremlino per accordarsi con la Russia affinché i due Paesi combattessero assieme contro l'Isis in Siria.

Ma la Abc, rispetto a ieri, corregge il tiro e se l'ordine è partito, non è stato dato da un Trump ancora in campagna elettorale, da candidato, come inizialmente scritto, e che sarebbe poi il punto principale dello scandalo del Russiagate, ma avrebbe "chiesto di contattare i russi come presidente eletto".  L'invito a contattare i russi sarebbe quindi stato chiesto da Trump a Flynn dopo le elezioni, durante la transizione. Si tratta di una 'chiarificazione' importante che 'sminuisce' la portata dello scoop che ha fatto crollare i mercati per qualche ora.

Trump da parte sua non sembra tremare davanti all'ipotesi di quanto possa rivelare Flynn, ma non si può dire lo stesso per il vice presidente americano. Mike Pence è riuscito mantenere le distanze dalle indagini sul Russiagate, dicendosi estraneo. Ma le parole di Flynn sembrano mettere a rischio l'intero 'Transition team' di Donald Trump, guidato proprio da Pence.

Infattti la procura speciale ora ha dei dubbi sul fatto che Pence non fosse poi così estraneo ai contatti con la Russia. Un punto importante per il futuro degli Stati Uniti: infatti se le indagini arrivassero a Trump e il presidente non fosse più in grado di governare, Pence dovrebbe assumere l'incarico. Ma se anche Pence non potesse guidare il paese, ad assumere la presidenza sarebbe la terza carica dello stato, lo speaker della camera, che è al momento Paul Ryan, un noto conservatore contrario all'aborto e ai matrimoni gay.