Russia contro Ucraina, l'esperto: "Putin bluffa con i soldati, vuole indebolire la Nato"

Per Paolo Magri (Ispi) il Cremlino è a caccia di più potere in Europa. "Se gli Usa bloccano North Stream 2? Ci saranno tagli alle forniture di gas e prezzi alle stelle"

Soldati ucraini in trincea nella regione del Donetsk (Ansa)

Soldati ucraini in trincea nella regione del Donetsk (Ansa)

Professor Paolo Magri (Ispi), il ministro degli Esteri russo Lavrov dice: "Non vogliamo la guerra ma non potete calpestare i nostri interessi. No a un allargamento Nato ad Est". È una richiesta così inaccettabile? Dopotutto la Nato ha già incamerato i paesi del Patto di Varsavia e gli stati baltici che erano parte dell'Urss.

"È sicuramente un’aspirazione legittima di Mosca che esprime il ben noto fastidio russo nei confronti dell’“assedio Nato” che si è venuto a creare con l’ingresso nella Alleanza di ben 14 paesi dalla caduta del muro di Berlino. Diventa una richiesta difficilmente accettabile perché nei fatti - proprio alla luce degli allargamenti già avvenuti - si tradurrebbe in una pietra tombale per l’ingresso di un paese specifico - l’Ucraina - che non è, ricordiamolo, all’ordine del giorno ma che la Nato non può formalmente escludere per il futuro, senza contraddire un principio fondante della Alleanza: quello delle “porte aperte“. Ed è difficilmente accettabile perché si accompagna con la richiesta di ritirare truppe straniere e armamenti dagli ex paesi sovietici e dell’ex Patto di Varsavia che già sono dentro la Nato. Entrambe le richieste rappresentano quindi un difficile punto di avvio dei negoziati diplomatici che fortunatamente continuano ma senza evoluzioni positive per ora".

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In casi di invasione gli americani minacciano di chiudere Nord Stream 2. È una minaccia tale da convincere Mosca a frenare e a evitare un attacco?

"North Stream 2 è un progetto discutibile perché non migliora certo la sicurezza energetica europea, ma è comunque frutto della decisione sovrana di un paese europeo: da sempre gli americani esprimono perplessità ma una minaccia di chiusura “recapitata da Washington“ credo non faciliterebbe le relazioni fra Usa ed Europa".

Se si chiude davvero il nuovo gasdotto che farà Mosca? Chiuderà il flusso verso l'Europa dai gasdotti esistenti e lo dirotterà verso la Cina? E l'Europa dove troverà il gas che le serve? 

"Sarebbe certamente una pessima notizia anche per la Russia che vi ha investito miliardi di dollari per rafforzare la sua posizione sul mercato europeo: è facile immaginare che la contromossa di Mosca sarebbe un’ulteriore e immediata riduzione delle forniture, con altrettanto ulteriore e immediato aumento del prezzo del gas. Un peggioramento della crisi energetica già in corso credo non faciliterebbe la coesione europea nella postura verso la Russia: ci sono sensibilità diverse legate anche alla differente dipendenza dal gas (e dal gas di Mosca) e alcuni paesi si interrogherebbero sul “costo“ della difesa dei principi Nato e dell’Ucraina. Dobbiamo realisticamente ammettere che, nel breve periodo, ridotte forniture all’Europa avrebbero costi limitati per Mosca: i russi venderebbero meno gas all’Europa ma a prezzi più alti, e avrebbero la possibilità di vendere ad altri (Cina in primis). Un dato: nella situazione odierna di mercato (ovvero pur in assenza di escalation, sanzioni e contromosse) il Vecchio Continente spenderà 700 miliardi in più per l’energia rispetto al 2021, mentre la Russia, pur vendendo meno gas, incasserà persino di più rispetto agli anni scorsi".

In caso di invasione, Putin potrebbe ripetere l'operazione Crimea, accogliendo la dichiarazione di indipendenza delle repubbliche del Donbass e inviando una forza di pace. Teoricamente non ci sarebbero scontri con gli ucraini a meno che questi non li provochino. Che accadrebbe a questo punto? Le sanzioni partirebbero lo stesso?

"È uno schema che Mosca applica da tempo in Moldavia, in Georgia e non è quindi da escludere e pare anzi molto più plausibile della “invasione dell’Ucraina“ di cui parliamo da settimane sottovalutando le dimensioni e la popolosità del paese (secondo alcune stime a Mosca servirebbe un milione di soldati dentro il paese). Giorni fa, Biden aveva lasciato intendere che una “incursione“ avrebbe comportato reazioni minori (e avrebbe minato la coesione fra Europa e Usa): ha dovuto correggere il tiro immediatamente per evitare di essere messo in scacco dai Repubblicani (e non solo) a pochi mesi dalle elezioni di midterm. La posizione attuale - quella pubblica quantomeno - è che qualunque intervento russo in Ucraina avrebbe reazioni dure, un prezzo alto per Mosca".

Cosa vuole davvero Putin? Quali sono i suoi obiettivi strategici?

"Putin vuole probabilmente sfruttare le debolezze dell’America di Biden e dell’Europa orfana della Merkel per recuperare centralità politica e mettere in discussione l’intera presenza della Nato in Europa, mai digerita. Il dispiegamento militare, i soldati, sarebbero solo un bluff, per arrivare al vero obiettivo: un negoziato alla pari con l’America e la Nato. Ma le condizioni messe sul tavolo sono così indigeribili per l’America e la Nato da far pensare che il negoziato possa essere un pretesto per arrivare a un qualche intervento militare “giustificato” dal no degli alleati alle richieste".

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