Lavrov: "La Russia non minaccia una guerra nucleare"

Il ministro degli Esteri russo ha anche affermato che Mosca non si considera in conflitto con la Nato, ma è il contrario ascoltando le "dichiarazioni dei vertici dell'Alleanza Atlantica"

Sergei Lavrov (Ansa)

Sergei Lavrov (Ansa)

Mosca, 29 aprile 2022 - La Russia non minaccia nessun Paese con un conflitto nucleare, e non è in guerra con la Nato, anzi è l'Occidente che crede di essere in guerra con Mosca, ha affermato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, in un'intervista al canale televisivo Al-Arabia. Infatti Usa e Ue forniscono armi all'esercito ucraino, e secondo il capo della diplomazia russa questi rifornimenti sono un obiettivo legittimo, quando raggiungono il territorio ucraino. Riguardo ai negoziati Lavrov è apparso pessimista, accusando Kiev di disonestà.

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Sommario

Nessuna minaccia nucleare

Lavrov ha escluso l'uso del nucleare da parte di Mosca, invece sono i Paesi occidentali stanno iniziando a parlarne. "Mi è stato chiesto se una guerra nucleare è possibile, se i rischi di iniziare una guerra nucleare siano aumentati e se la Russia presuma che ciò possa accadere. Ho risposto che fin dall'inizio della nostra cooperazione con l'amministrazione Trump, abbiamo offerto loro di riaffermare la tesi di Reagan-Gorbaciov del 1997 secondo cui non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare e che quindi non dovrebbe mai essere scatenata". 

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Non siamo in guerra con la Nato

Serghei Lavrov al canale televisivo Al-Arabia ha assicurato che la Russia non si considera in conflitto con la Nato, anche perché ciò aumenterebbe i rischi di un scontro atomico, che nessuno vuole. "Non ci consideriamo in guerra con la Nato, perché questo sarebbe un passo che aumenterebbe i rischi di quanto appena discusso" cioè di una guerra nucleare, ha detto Lavrov. "Purtroppo, c'è la sensazione che la Nato creda di essere in guerra con la Russia", ha aggiunto portando l'esempio delle "dichiarazioni dei vertici dell'Alleanza Atlantica, degli Stati Uniti e dei leader europei, in particolare in Gran Bretagna, Polonia, Francia e Germania, i quali dicono che la Russia deve essere sconfitta".

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Nessun mercenario siriano nell'esercito russo

Lavrov ha poi esluso la presenza di mercenari siriani in Ucraina tra le fila delle forze russe.  "La Russia non usa mai mercenari. Posso assicurarvi che i siriani hanno le loro proprie preoccupazioni". E sempre parlando dell'operazione speciale ha sottolineato che Mosca conosce le rotte dei rifornimenti di armi della Nato all'Ucraina e considera queste armi un obiettivo legittimo nel momento che entrano in territorio ucraino. "Non appena queste armi raggiungono il territorio dell'Ucraina, diventano un obiettivo della nostra operazione speciale".

Negoziati fermi perché Kiev disonesta 

I negoziati tra la Federazione russa e l'Ucraina sulle garanzie di sicurezza sono in stallo perché Kiev non è un negoziatore "onesto".  Il ministro russo: "Se fossero negoziatori onesti, se si impegnassero passo dopo passo in ciò che hanno concordato, potremmo fare progressi significativi in questi negoziati e all'Ucraina verrebbero fornite garanzie di sicurezza da un certo numero di Paesi - inizialmente i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania e la Turchia, forse qualcun altro. Noi non avevamo nulla in contrario". Secondo Lavrov Kiev ha cambiato le richieste sulle garanzie di sicurezza, poste per dichiarare il suo status neutrale, volendole estendere anche alla Crimea,, annessa dalla Russia nel 2014, e alle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk, in Donbass, già riconosciute indipendenti dal Cremlino. 

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