Russia, l'incidente nucleare e gli indizi sul missile a propulsione atomica

L'esplosione nel sito militare sul mar Bianco probabilmente dovuta a un razzo da crociera Burevestnik, una delle superarmi annunciate da Putin, ancora in fase di test. Perché la versione ufficiale non regge

Mappa della radioattività (Emercom of Russia, The Barents Observer)

Mappa della radioattività (Emercom of Russia, The Barents Observer)

Mosca, 9 agosto 2019 – Inizia a chiarirsi la misteriosa esplosione che ieri mattina ha ucciso due persone e ne ha ferite un numero tra sei e 15 disperdendo una nuvola radioattiva nel poligono missilistico della marina militare russa di Nyonoska, 25 km in linea d’aria dalla città di Severodvinsk (185 mila abitanti) sul mar Bianco, nella Russia artica europea

Aggiornamento 3: nuovi particolari sull'esplosione del missile

Aggiornamento 2: esplosione rilevata fino in Norvegia

Aggiornamento: prime ammissioni sul missile atomico

Secondo fonti di intelligence occidentali e secondo molteplici indizi pubblicati dalla stampa locale russa e da siti locali russi a causarla è stata con ogni probabilità l’esplosione di un missile da crociera Burevestnik, il primo missile che ha anche un reattore nucleare a bordo ed è stato progetto per volare anche per giorni portando a bordo una testata nucleare e raggiungendo qualsiasi angolo del globo. E’ una arma temibile, con gravi implicazioni non solo di proliferazione anche ambientali vista la presenza di un reattore nucleare a bordo che in cìaso di incidente o comunque dopo la caduta (anche senza testa nucleare a bordo) rischia di causare serie contaminazioni. 

LA SUPERARMA DI PUTIN - Il Burevestnik, prodotto dalla azienda russa Novator  - in codice Nato SSC X9 Skyfall  -  fa parte delle superarmi annunciate da Vladimir Putin in persona il 2 marzo 2018 ed è ancora in fase di sviluppo, iniziata nel 2016 e proseguita in almeno 13 test tra il novembre 2017 e il febbraio 2018, di cui 11 finiti in crash durante o dopo il lancio. Il test di maggior successo fu fatto dalla base di lancio in Nova Zemlya e fece volare il missile per 35 chilometri. Lo scorso 16 febbraio il ministro della difesa russo ha comunicato che si era concluso con successo il test sul reattore nucleare miniaturizzato che equipaggia il missile e che lo sviluppo del sistema d’arma sarebbe proseguito.

Il lancio dello scorso anno (video ufficiale del ministero della Difesa russo)

Il problema principale nello sviluppo del missile sembra essere il passaggio dal volo iniziale con combustibile liquido tradizionale (la classica dimetildrazina asimmetrica, un composto dell’azoto) a quello di crociera, che dovrebbe avvenire usano la spinta data da un piccolo reattore nucleare miniaturizzato. In questo caso però l’incidente sarebbe  avvenuto in fase di caricamento del combustibile liquido, che è esploso distruggendo il missile e investendo il personale civile e militare che preparava il lancio.

Non si conosce l’identità dei due morti (tre secondo alcune fonti) ma si sa quella di tre dei sei feriti (Igor Berezin, Sergey Plaksin e Alexey Alekseevich Perepelkin). I sei, contaminati da radiazioni e con ferite da onda d’urto, sono stati soccorsi da personale militare assetto Nbc, trasportati in ambulanze protette, prelevati in elicottero e poi sono stati portati in aereo un ospedale di Mosca, il Burnasyan Federal Medical Biophysical Center.  

LA VERSIONE UFFICIALE NON E' CREDIBILE - La versione ufficiale della difesa russa era di un incidente durante un 'semplice' test di missili balistici, senza alcun rilascio di radioattività. Ma a quanto pare non è stato così. La versione ufficiale non spiega infatti l’aumento di radioattività registratosi per alcune ore a Severodvinsk. Valentin Magomedov, capo del dipartimento di protezione civile dell’amministrazione Severodvinsk, ha affermato che i sensori situati in Karl Marx Street  48 e Plyusnina Street 7, sensori del sistema automatizzato per il monitoraggio delle radiazioni,  hanno registrato dalle 11.50 alle 12.30 un aumento dello fondo delle radiazioni. Le radiazioni hanno toccato un picco di 2 microsievert all’ora, venti volte il fondo normale, per poi scendere a 0.11 microsievert. 

TENTATIVO DI COVER UP - Come sempre accade in caso di inciodenti nucleari, è scattato il tenativo di copertura e minimizzazione.  Le informazioni sull’aumento di radiazioni pubblicate giovedì alle 14.23 e che smentivano le rassicurazioni del ministero della Difesa, sono state rimosse dal portale della città di Severodvinsk ieri pomeriggio. Interessante anche che l’Amministrazione dei porti marittimi dell’Artico occidentale abbia chiuso per un mese alla navigazione e alla balneazione l’area della baia di Dvina, prospiciente al sito teatro dell’incidente. Ufficialmente per il rischio di inquinamento da dimetildrazina asimmetrica, il combustibile usato sul razzo esploso. In realtà tutto lascia ritenere che il problema siamo le radiazioni rilasciate.

Terzo particolare rilevante, e che conferma l’ipotesi dell’esplosione di un Burevestnik, è il fatto che nella zona era presente – come indicano anche immagini satellitari diffuse dal James Martin Center for nonproliferation del Middlebury institute of International studies (foto sotto) – la Serebrianka, nave da trasporto di materiale nucleare dell’agenzia nucleare russa Rosatom, la stessa nave che lo scorso anno intervenne per recuperare nel mare di Barents i resti del Burevestnik precipitato dopo 35 minuti di volo dopo il test di maggior successo  del programma. Nella zona anche altre due piccole unità con AIS (il sistema di identificazione automatica) spento (quindi probabilmente unità militari) e una probabile chiatta, forse il sito di lancio, che se è più probabile che il lancio sia avvenuto dalla costa, all’interno del sito del ministero della Difesa russo. 

Nelle immagini satellitari la nave da trasporto di materiale nucleare
Nelle immagini satellitari la nave da trasporto di materiale nucleare
Serebrianka, nave da trasporto di materiale nucleare
Serebrianka, nave da trasporto di materiale nucleare

PAURA TRA LA POPOLAZIONE - La notizia dell’incidente e dell’aumento di radioattività ha suscitato molta comprensibile preoccupazione a Severodvinsk e nella più lontana Arkangelsk dove la gente ha subito pensato a un incidente rilevante e nelle farmacie sono andate esaurire le dosi di iodio, classica misura di prevenzione in caso di incidente a una centrale nucleare. Il ricordo delle tragedie nucleari sovietiche è giustamente ancora vivo e saggiamente quando si tratta di nucleare alle rassicurazioni delle autorità in Russia non crede quasi nessuno.