Russi in fuga: cifre da capogiro per scappare da Putin e dalla guerra

Un biglietto di sola andata su un jet privato da Mosca a Istanbul costa circa 15.800 euro, un volo di linea per Dubai o Belgrado da 3 a 10mila euro. In Kazakistan già 100mila fuoriusciti

Kazakistan: volontari aiutano i russi in fuga dalla chiamata alle armi (Ansa)

Kazakistan: volontari aiutano i russi in fuga dalla chiamata alle armi (Ansa)

Roma, 27 settembre 2022 - Ecco a cosa servono i risparmi. Basta chiederlo ai russi in età da arruolamento o passibili di richiamo per l’"operazione speciale" in Ucraina. Con qualsiasi mezzo e a qualsiasi costo, in migliaia fuggono all’estero. Non importa dove. Dal Caucaso alle steppe asiatiche, dal Bosforo all’oceano Indiano, dalle tundre finniche al mar Adriatico, qualsiasi destinazione è preferibile a finire in una trincea nel Donbass per una guerra assurda. Unica controindicazione i prezzi. Volo privato per Istanbul? 15.800 euro. Oppure per Erevan, in Armenia, 3.500 euro. Volo di linea per Dubai, Taskhent, Tbilisi o Belgrado? Da 10mila a 3mila euro. Taxi per la frontiera col Kazakistan: da saldare in loco, come i visti turistici per restare in Montenegro dove chi può ha già una villa. E se la fila in macchina per entrare in Finlandia è estenuante, anche le gambe possono bastare per raggiungere il confine con l’unica repubblica Ue confinante che ancora concede visti turistici, seppur con nuovi limiti. Ancora: in base alle immagini del satellite Maxar una coda di russi lunga oltre 16 km preme al confine con la Georgia che, secondo il ministro dell’Interno Vakhtang Gomelauri, "non ha alcun motivo di chiudere la frontiera". Entrano 10mila russi al giorno, ma più della metà "prosegue poi per altre destinazioni". I doganieri russi si accaniscono sugli uomini delle minoranze etniche (ceceni, ingusci, osseti, daghestani), preferiti dai reclutatori per combattere soldati slavi come gli ucraini: passaporti sequestrati, cartoline precetto, famiglie divise. Uno strazio.

Russia, un manuale segreto sulla mobilitazione. E i soldati diventano caramelle

Quasi 100mila russi fuoriusciti negli ultimi sette giorni sono invece già al sicuro in Kazakistan. Astana li proteggerà. "Sono qui a causa di una situazione senza via d’uscita, dobbiamo prenderci cura di loro, garantire la loro sicurezza", promette la presidenza khazaka. Immediata risposta russa. I servizi di sicurezza dell’Fsb vietano l’attraversamento del confine con il Kazakistan senza l’autorizzazione del commissariato militare.

Persino in Mongolia, terra affascinante ma quasi monacale persino rispetto alla gelida Siberia, i renitenti al conflitto ucraino varcano la frontiera senza pensarci troppo. L’importante è sfuggire a coscrizione, arruolamento, addestramento prima dell’invio al fronte: l’inferno in mimetica, giusto alle porte di casa, e con il serio rischio di lasciarci le penne. Sì, proprio così. Perché gli ucraini non mollano, i droni di Kiev colpiscono chirurgicamente e le condizioni generali dell’Armata Rossa - strategia, logistica, telecomunicazioni - non rassicurano chi, da recluta, si trovasse catapultato in prima linea. Magari mentre al Cremlino Zar Vlad spedisce pizzini atomici alle cancellerie occidentali nell’ambito della "dottrina nucleare" recentemente ricordata sorvolando sulle tabelle di morte. La realtà è persino banale. Quella parte di popolazione giovanile e maschile sin qui silente, inizialmente soggiogata dalla retorica del Cremlino, o per anni nutrita dall’estetica delle parate del 1° maggio, quando migliaia di soldati, mezzi e armamenti danzano sulla Piazza Rossa di Mosca con cadenza militare e sincronia da Bolshoi, ora capisce che la "denazificazione dell’Ucraina" è un inganno e, se può, espatria. Diserta preventivamente e a gran velocità, in barba al perdono da tutti i peccati per chi andrà a combattere promesso dal patriarca ortodosso Kirill, paramenti e megafono di regine.

L’esodo di chi scappa dopo la mobilitazione parziale proclamata da Putin arriva così a costare cifre pazzesche. Un biglietto di sola andata Mosca-Istanbul su jet privato Sukhoi SSJ-100 Vip vale più del doppio rispetto al periodo pre-mobilitazione: 900mila rubli, pari a circa 15.800 euro. La media dei voli è 4-5 al giorno e ogni aereo ha circa 15 posti, tutti sempre pieni. Per Mosca-Erevan solo andata bastano  200mila rubli (3.500 euro). Le chat pullulano di messaggi di chi dà consigli e spiega com’è riuscito a uscire dal Paese, mentre aumenta la preoccupazione per la possibile chiusura dei confini a tutti gli uomini in età arruolabile. "Siamo volati tutti a Tashkent e Dubai, compresi ragazzi nati nel 1994 e 1995, non chiedono nulla ma controllano su un database se i viaggiatori hanno una notifica di arruolamento", è la rassicurazione di un membro della chat visionata dall'Agi. Il Cremlino intende bloccare l’emorragia di partenze. Secondo il sito indipendente Meduza, la minacciata chiusura delle frontiere per tutti gli uomini in età di mobilitazione tra 18 e 64 anni potrebbe diventare ufficiale già da oggi. Allo Zar non piace che i sudditi vadano via.