Giovedì 18 Aprile 2024

Rinascimento censurato, Yale: "Bianco e troppo etero"

L’Università americana cancella il corso di storia dell’arte: il canone occidentale non è politicamente corretto

Un dettaglio del "Trionfo di Galatea" di Raffaello

Un dettaglio del "Trionfo di Galatea" di Raffaello

New York, 1 febbraio 2020 - Era il corso su Introduzione alla storia dell’arte dal Rinascimento a oggi. Per decenni il più frequentato e popolare dell’Università di Yale. Non solo gli studenti si mettevano in lista d’attesa per partecipare e ottenere i crediti, ma anche abitanti di New Haven affollavano l’aula magna per seguire le illuminanti lezioni del professor Vincent Scully che ha retto quella cattedra fino alla sua morte nel 2017, affidandola poi ai suoi discepoli.

La Yale University ha però annunciato che dalla prossima primavera il "corso verrà soppresso" perché l’ateneo ha deciso che quell’insegnamento non rappresenta più gli standard del “politicamente corretto“ e vuole evitare agli studenti quello che potrebbe apparire come un presunto disagio, perché "il canone occidentale della bellezza analizzata" sarebbe il risultato di uno scenario "oppressivo" frutto di una cultura "bianca, maschilista, eterosessuale ed europea…".

In altre parole l’attuale presidente del dipartimento di Storia dell’arte di Yale, Tim Barringer, forse senza pensare che la sua decisione di cancellare gli insegnamenti tradizionali di Scully avrebbe creato immediate reazioni e polemiche, ha annunciato di voler cercare la "discontinuità" per fare in modo che non solo i bianchi, ma "tutti gli studenti di Yale siano a loro agio nell’analizzare e godere dei capolavori dell’arte occidentale, senza mettere solo quella europea su un piedistallo che potrebbe creare problemi…"

Il professor Barringer, che non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro anche se sta andando incontro a un calo di iscrizioni nei prossimi corsi del 2020, insiste perché Yale a suo avviso deve poter offrire una "visione globale e inclusiva" e aggiunge: "Non confondo la storia dell’arte europea con quella della storia dell’arte di altri paesi tutti egualmente meritevoli di studio…".

C’è chi fa osservare che forse ai tempi del Rinascimento o addirittura a quello dei Romani le aree geografiche come l’Italia e gli Usa non erano tutte allo stesso livello di sviluppo artistico e culturale, ma la decisione è presa. I corsi di introduzione alla storia dell’arte rinascimentale del professor Scully, definito dal grande Philip Johnson "il più influente insegnante di architettura di tutti i tempi", con tutti i video e gli appunti, verranno conservati negli archivi a disposizione dei ricercatori, mentre Yale li sostituirà con nuove discipline come Art and Politics oppure L’arte dei luoghi sacri, dove l’espressione artistica verrà spezzettata anche per componenti geografiche. 

In due o tre anni – dice Barringer al Yale Daily News – la prestigiosa università finirà col sostituire il super corso introduttivo del professor Scully, considerato uno degli esami “fondamentali” dell’intero percorso di laurea, con altri esami che avranno la stessa valenza delle oltre cento discipline che vengono insegnate nel campus di New Haven, senza che la Introduzione alla storia dell’arte dal Rinascimento a oggi finisca per dominare spingendo ai margini tutto il resto.

Visto che nell’ultimo anno di insegnamento gli iscritti al corso sul Rinascimento sono stati più di trecento, un record assoluto, Yale assicura che il dipartimento di Storia dell’arte non abbandonerà l’analisi dei capolavori rinascimentali di cui l’Italia è grande custode, ma che questi verranno messi in un contesto nuovo, con sculture e oggetti di diverse parti del mondo, favorendo nuove riflessioni basate sulle diversità razziali e intellettuali, che degli studenti, che dovranno capire che "non è mai esistita una sola versione storica della storia dell’arte".

Per i nostri capolavori rinascimentali, insomma, Yale ha inventato l’esistenza della “concorrenza“ nel resto del mondo. E forse anche di nuovi Michelangelo e Leonardo meno maschilisti ed europei.