Mercoledì 24 Aprile 2024

Australiano ottiene status di rifugiato in Canada, gang di motociclisti lo vuole morto

Ex infiltrato nei Bandidos è il primo cittadino austrialiano a ottenere asilo da un altro Stato. Canberra, secondo Ottawa, non è in grado di garantirne l'incolumità

Due Bandidos (Ansa)

Due Bandidos (Ansa)

Montreal, 20 agosto 2018. Anche i Donnie Brasco chiedono asilo. L'australiano Steven Utah, che si era infiltrato tra i Bandidos, pericolosa gang di internazionale motociclisti, è il primo cittadino dell'isola a essere ufficialmente riconosciuto come rifugiato. Il coraggioso ex militare ha trovato ospitalità in Canada. La Commissione su immigrazione e rifugiati (Irb) di Ottawa ha infatti stabilito che la vita di Steven, reclutato nel 2006 dalla Commissione crimine australiana (Acc) per mettere in ginocchio la banda di biker, era realmente in pericolo. “Utah – si legge nel rapporto finale dell'Irb - non è stato adeguatamente protetto. Un misto di corruzione, inettitudine e difficoltà strutturali ha impedito di salvaguardare la sua incolumità”. La decisione della commissione canadese è inconsueta dato che Utah è cittadino di un Paese democratico.

A mettere in pericolo la vita dell'infiltrato speciale era stata incredibilmente la stessa Acc, che nel 2006 aveva rivelato di essere riuscita a piazzare un proprio uomo tra i Bandidos, specializzati in traffico di droga, estorsioni e altri reati. La caccia alla talpa, all'interno della banda, era durata poco e Utah era stato costretto a fuggire dall'Australia, dopo che due ex compagni di malavita avevano tentato di ucciderlo. Per quasi dodici anni, quello che per Canberra doveva essere un eroe ha vissuto in un limbo legale, dopo aver fornito informazioni determinanti anche per risolvere un omicidio a cui aveva assistito. Sulla testa di Utah pende una vera e propria taglia e i Bandidos – che possono contare su una reta di 5mila affiliati sparsi in almeno 22 nazioni, tra cui l'Italia – lo avrebbero “probabilmente ucciso, se avessero saputo – fa notare l'Irb - che si trovava in Canada”.

Il Donnie Brasco australiano, contattato dalla Abc, ha commentato laconicamente la decisione di Ottawa: “Sono felice che il mio ex Paese abbia istituito un nuovo organismo contro le gang, ma la realtà è che oggi io non sono più un australiano”.