Prodi: "Renzi? Non ho consigli: lui veloce, io passista". E critica gli show di Farage e di Grillo

Nel giorno del discorso di Renzi all'Europarlamento, parla l'ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi

Combo tra Renzi e Prodi (Ansa)

Combo tra Renzi e Prodi (Ansa)

Roma, 2 luglio 2014 - Nel giorno del discorso di Renzi all'Europarlamento, parla l'ex presidente della Commissione Ue Romano Prodi, che sferza lo show di ieri di Farage e compagnia (FOTO), appoggia il premier italiano ma nello stesso tempo marca anche le differenze da lui ("Io rifletto, mentre lui va veloce"). In ogni caso Prodi dice che non si è consultato con Renzi prima del discorso.

FARSA FARAGE - "Quella di Farage è stata una piccola farsa, un colpo di teatro per apparire nei media e sarà costretto a infiniti di questi giochi. Non è l'inno usato da Hitler, è uno dei più bei cori mai scritti nella storia dell'umanità. Lo hanno cantato tutti l'inno europeo che a tutti piace", commenta Prodi. Quanto a Beppe Grillo, che ha detto "l'Europa non dia i soldi all'Italia perché vanno alla mafia", Prodi ha commentato: "Mi è dispiaciuto moltissimo sentire quelle parole. Senz'altro un pezzettino va alle mafie ma c'è chi li spende bene. Il problema è che non vengono spesi velocemente, li buttiamo via. Se non lo facessimo il paese avrebbe bisogno di fare meno sacrifici".

IL DISCORSO DI RENZI - "Non ci siamo consultati - dice Prodi - Non voglio dare consigli perché quella di oggi è una politica in cui si prendono decisioni con una rapidità e una modalità tali per cui io vengo sempre dopo. Ci metto giorni a riflettere, sono un passista, penso, penso e non do consigli perché quando lo faccio la decisione è stata presa". 

In ogni caso Prodi spiega che "se si vuole cambiare verso, più che al Parlamento Europeo direi nel Consiglio e nella Commissione, ci vuole una maggioranza che vada in senso diverso. Renzi ha un ruolo importantissimo nel tentativo di costruire questa maggioranza alternativa, la politica è costruzione di alternative. E' inevitabile che si mettano insieme Francia, Spagna, Italia e anche Belgio, Portogallo, Grecia e altri per proporre un cambio di rotta, sennò questo non verrà mai perché la politica tedesca può avere un leggero cambiamento ma non una svolta verso politiche per la crescita. Bisognerà vedere se gli obiettivi di maggiore flessibilità vengono fatti propri dai governi ma noi abbiamo sentito il ministro delle finanze tedesco che su questo è stato molto negativo, da altri sono arrivate aperture. E' una campo da seminare".

LA GERMANIA E I MONDIALI - E i Mondiali? "Dopo l'eliminazione dell'Italia sono dilaniato tra Francia e Germania, anche se i tedeschi sono dei robustoni", dice Prodi spiegando però che "tifa Germania per il sistema economico, perché vanno fortissimo per le loro virtù ma sbagliano completamente le politiche economiche. E' un paese che ha il freno in mano, ha un enorme surplus della bilancia commerciale, non ha inflazione, perché non deve crescere di più e dare spinta agli altri paesi? Stati Uniti e Cina sono usciti dalla crisi buttando più soldi nell'economia. Serve più spesa pubblica, tra l'altro la Germania ha bisogno di infrastrutture, basti pensare che quelle francesi sono meglio. E serve una spesa pubblica europea"

A chi sostiene che l'egemonia tedesca si basa sull'euro, Prodi risponde che "la moneta unica non c'entra. La Germania è una macchina da guerra, si è organizzata in modo straordinario, punta sulla ricerca industriale, ha tra i 5 e gli 8 milioni di minijobs, lavoratori pagati molto poco ma che hanno un'alta produttività".