Referendum Catalogna, Madrid: è annullato. "Voteremo lo stesso"

La Guardia civil blocca il centro raccolta voti. Il governo di Barcellona: domani si voterà. Colpi esplosi con una carabina ad aria compressa fuori da una scuola occupata: 4 feriti

Catalogna, 80mila in piazza a Barcellona per il referendum (Ansa)

Catalogna, 80mila in piazza a Barcellona per il referendum (Ansa)

Barcellona, 30 settembre 2017 - E' muro contro muro in Spagna alla vigilia del referendum per l'indipendenza della Catalogna, fissato per domani 1 ottobre dal governo catalano ma dichiarato illegale da Madrid e sospeso dalla Corte costituzionale. "Non ci sarà alcun voto", ha tuonato il premier Rajoy schierando oltre 10mila agenti per impedire l'utilizzo dei seggi, mentre la Guardia Civil si è presentata nel Centro delle Telecomunicazioni e ha bloccato il sistema per il conteggio delle preferenze e per il voto elettronico. Con quest'ultima operazione la consultazione è di fatto "annullata", dichiara il governo spagnolo. Ma la regione autonoma insiste: "Domenica si voterà" dalle 9 alle 20, controbatte il portavoce del governo locale Jordi Turull, il blitz della Guardia Civil al Ctti "non ferma la logistica" del referendum. Anche se, precisa presidente catalano Puigdemont, "una dichiarazione unilaterale di indipendenza non è sul tavolo". 

SPARI CONTRO UN SEGGIO - E sale la tensione dopo che centinaia di catalani hanno occupato diverse scuole (almeno 163 secondo i dati del governo spagnolo), per evitare che la polizia li chiudesse in ottemperanza alla decisione del Tribunale superiore di giustizia della Catalogna. Gli agenti hanno chiesto ai manifestanti di liberare i locali entro domani alle 6 del mattino ma non è intervenuta per allontanarli.  Momenti di tensione a Manlleu, nella contea di Osona, dove una persona ha sparato con una carabina ad aria compressa proprio all'ingresso di un seggio: tra i quattro feriti lievi tre membri del Comitato locale di Difesa del referendum. 

Tende, sacchi a pelo, cineforum e paella: così gli indipendentisti hanno passato la notte, mentre 80mila persone hanno assistito al comizio finale del leader catalano Carles Puigdemont. Domani "cambieremo la storia - ha detto il presidente catalano -. Abbiamo già vinto". Anche se frena sul post-voto. Non ci sarà nessuna dichiarazione unilaterale di indipendenza, precisa, perché "le grandi decisioni devono essere consensuali".

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SENZA MANGANELLI - Ma Madrid potrà contare domani su tutti e tre i corpi di sicurezza: i Mossos d'Esquadra (che sono la polizia regionale), la Guardia civil e la polizia nazionale, che dipenderanno da un unico centro di coordinamento. Non potranno usare manganelli dato che, come ha stabilito sempre dal Tribunale della Catalogna, l'utilizzo della forza  sarà limitato all'accompagnamento delle persone all'esterno dei seggi. Ma la tensione si annuncia comunque altissima: nuove manifestazioni sono attese nel centro di Barcellona dopo che ieri le strade della città, come quelle di altri centri della Catalogna, si sono riempite di centinaia di trattori giunti dalla campagna e guidati dai contadini a difesa dei seggi. 

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GUERRA MONDIALE DEL WEB - Intanto il braccio di ferro tra Barcellona e Madrid si consuma anche sulla rete. Ieri gli stessi giudici del Tribunale superiore catalano hanno ordinato a Google di bloccare la app 'On Votar 1-Oct'. Per Julian Assange  "la prima guerra mondiale del web è iniziata in Catalogna, dove popolo e autorità locali hanno utilizzato internet per organizzare il referendum e l'intelligence spagnola ha attaccato, oscurato i network di telecomunicazione, occupato i palazzi delle compagnie telefoniche, ha censurato siti e protocolli".

Quello che accade "è il più significativo conflitto tra il popolo e lo Stato dalla caduta del Muro di Berlino a oggi - scrive su Twitter il fondatore di Wikileaks - ma con i metodi del 2017, Vpn, proxy, chat criptate per sorvegliare e censurare il web". 

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