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Londra, 7 luglio 2022 - Per Boris Johnson è la fine. Il premier britannico è stato colpito pesantemente dallo straordinario numero di dimissioni (43) di ministri e sottosegretari nelle ultime 24 ore. Mai prima d’ora si sono viste così tante dimissioni ministeriali nello stesso giorno, ma per Boris Johnson tutti i precedenti non fanno testo. Lui è uno che, nel bene e nel male, è sempre stato sopra le righe. E ieri quasi l’intero gabinetto di governo lo ha abbandonato, in un turbinio di lettere e annunci sui social, che hanno segnato il tracollo di questo primo ministro, amato e odiato in egual misura, che per mesi ha cavalcato scandali, menzogne e voltafaccia. Persino i ministri rimanenti, tra cui la fedelissima ministra degli Interni Priti Patel, si sono riuniti per dirgli che ormai era ora di andare. E in serata si è saputo che Johnson aveva messo alla porta il ministro Michael Gove che gli aveva chiesto di farsi da parte. Governo Johnson al capolinea: oltre 40 si dimettono. Premier licenzia ministro Gove E a farlo colare a picco non sono state le sue politiche, bensì il suo carattere e quello che in molti chiamano la sua mancanza d’onore e integrità, il suo carattere superficiale e corrotto. Prima c’è stato il ’partygate’ e le ripetute menzogne sui festini a Downing Street, mentre il resto del paese osservava lockdown severissimi. Poi gli scandali sulla ristrutturazione del suo appartamento, le sue vacanze pagate da sostenitori del partito, le sue feste con gli oligarchi russi, le sue difese di colleghi indifendibili, le dimissioni del suo responsabile dell’etica. Fino alla goccia che ha fatto traboccare il vaso: la promozione di un noto predatore sessuale (ossia Chris Pincher) ad una posizione di potere all’interno del partito. L’accusa più tagliente: la sua completa mancanza di giudizio. Ieri, ...
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