Qatargate, Pignedoli: "Consulenze, viaggi, lobby, fondazioni. Il marcio c'è e si vede"

L’esponente grillina: è emersa solo la punta dell’iceberg. "Il registro della trasparenza va esteso a tutti i parlamentari. La piaga delle porte girevoli: troppi ex deputati diventano mediatori"

Roma, 14 dicembre 2022 - "Le regole sono accomodanti, o assenti, perché così conviene a tutti". Sabrina Pignedoli, europarlamentare M5s reggiana, impegnata sui temi della legalità, non la manda a dire. "A preoccupare non c’è solo la corruzione che emerge da questa inchiesta – osserva –, ma anche i conflitti di interesse e le porte girevoli che inquinano la democrazia europea. Nelle istituzioni Ue si continuano a registrare episodi in cui commissari, parlamentari e funzionari di alto livello abbandonano i loro incarichi per nuovi impieghi nelle aziende private o diventano lobbisti negli stessi settori che prima dovevano controllare. E ci sono casi di consulenze ad attuali deputati ottenute mediante triangolazioni, in modo da schermare chi paga e gli interessi che porta. Questo apre praterie agli interessi grigi o illegali".

Sabrina Pignedoli, 39 anni, M5s
Sabrina Pignedoli, 39 anni, M5s

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Questa vicenda cambierà qualcosa? "Sinceramente spero di sì. Ho visto la presidente Metsola molto decisa, ma dobbiamo renderci conto che questa è la punta di un iceberg, perché non credo che il Qatar sia il solo a operare così. Comunque l’indagine dimostra che c’è contrasto e questo fa ben sperare. Non dobbiamo pensare che nell’Europarlamento siano tutti corrotti, la maggior parte di noi lavora con coscienza. Ma c’è anche del marcio. Bene che esca".

Come avviene l’approccio da un lobbista? "Innanzitutto diciamo che i lobbisti sono molto presenti. La maggior parte delle volte chiedono un incontro via mail, di solito su un tema specifico. Vengono e spiegano il loro punto di vista. Fin qui, nulla quaestio. Ma si può anche chiedere un incontro organizzando un evento al quale si viene invitati o organizzando una cena, o un viaggio. E qui il rischio aumenta. Io comunque tutte le volte che incontro queste persone dico che tengo il registro di trasparenza e che l’incontro verrà annotato. Anche per questo non ho mai avuto proposte indebite. Capiscono con chi hanno a che fare e si regolano".

Il registro è volontario per tutti? "È obbligatorio solo per i commissari. Per noi eurodeputati è volontario. E così com’è, non ha molto senso".

Quando si innalza il rischio corruzione? "Quando ci sono questioni delicate che riguardano aziende o gruppi di pressione o governi. Nel mirino dei lobbisti ci sono in particolare i presidenti di Commissione, e naturalmente, i Commissari europei. Di regola, più si sale di livello più c’è la possibilità ottenere cose. E infatti mi pare strano che sinora la Commissione sia fuori dall’indagine. Ma anche qui, è forse una questione di tempo, girano voci di coinvolgimenti di qualcuno nella Commissione".

Tipo il commissario greco Schinas? "Tipo. Ma, allo stato, sono solo voci, lui nega i sospetti".

Alcuni degli arrestati hanno partecipato a missioni in Qatar. Capita spesso di essere invitati all’estero? "Capita. Io, ad esempio, sono stata invitata dal governo cubano a vedere che effetti hanno le sanzioni contro il loro Paese. Io ho detto: bene, ne possiamo parlare. Però pago io. E dopo aver visto le persone che volete voi vedrò chi ritengo io, i dissidenti ad esempio".

Qual è l’area grigia attorno al Parlamento? "Tutti ora parlano dei lobbisti, ma ci sono una serie di associazioni, di fondazioni, di ong, come quella di Panzeri, che ruotano attorno alle istituzioni europee e il cui ruolo è talvolta poco chiaro. Ovviamente non si può generalizzare, la maggior parte ha obiettivi che sono assolutamente leciti. Ma a volte ci sono delle fondazioni, delle associazioni, che non senti assolutamente mai, ma i cui zelanti emissari ruotano attorno al Parlamento. Chi le finanzia? Mistero. Quali solo le loro vere finalità? Non lo sappiamo. Servirebbe una regolamentazione più chiara e più severa".

Che cos’altro servirebbe? "Rendere obbligatorio il registro della trasparenza e poi, proprio nei giorni scorsi, noi abbiamo proposto la creazione del Corpo etico dell’Unione europea, che sarebbe un organismo esterno e indipendente del quale farebbero parte tutti gli organismi di controllo delle varie istituzioni: la frammentazione è un grosso problema e favorisce i portatori di interessi oscuri. E poi serve maggior rigore sulle porte girevoli: le regole ci sono, ma sono farlocche e spesso non rispettate".