Qatargate: gli affari di Doha. Hotel di lusso, auto e sport. La rete in Europa e Italia

Il fondo sovrano dell’emirato è stato creato nel 2005 e ha un valore stimato di 445 miliardi di dollari. Harrods, la squadra del Paris Saint-Germain e il progetto Milano Porta Nuova in mano agli emiri

Roma, 19 dicembre 2022 - Colazione da Tiffany (controllata al 9,3%), shopping da Harrods (100%), corsa in Porsche (17%), notte in una suite del Savoy di Londra (100%), volo dall’aeroporto di Heathrow (20%): le proprietà del Qatar Investment Authority (Qia) – il fondo sovrano creato nel 2005 dall’emirato – sono migliaia e il loro valore è stimato al 2022 in 445 miliardi di dollari.

La destinazione numero uno dei soldi qatarioti – che pare ispirata dalla legge del contrappasso, dato che dal 1916 al 1971 il Qatar fu protettorato britannico – è la Gran Bretagna, dove gli emiri hanno investimenti per 46 miliardi di euro, in primis nel settore immobiliare (Canary Wharf, Elephant and Castle, l’ex ambasciata americana in Grosvenor square e decine di altri, tanto che una parte della sciccosa Myfair è chiamata Little Doha) e del settore turistico (a Londra controllano totalmente o parzialmente i 5 stelle Savoy, Grosvenor House, The Ritz, Claridges, the Connaught, Grosvenor House suites, Intercontinental Park Lane) ma anche il 20% dell’aeroporto di Heathrow, il 15% del London Stock Exchange, il 22% di Sainsburys, il 6% di Barclays e sono il decimo proprietario terriero della Gran Bretagna.

L'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani (Ansa)
L'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani (Ansa)

In Francia hanno 42 società e investimenti per 25 miliardi di euro, dal 6% di Airbus al 5% di Vinci, al 4% di Total, il 100% della griffe Balmain, l’1% di Lvmh ( Louis Vuitton Moët Hennessy), fino al 100% del Paris Saint-Germain. Anche in Germania il Qatar ha un portafoglio da 25 miliardi di euro, che va dal 17% del gruppo Volkswagen/Porsche al 21% di Siemens, al 12.5% della società di shipping Hapag Lloyd (la 5% al mondo) e il 6,1% di Deutsche Bank e hanno annunciato l’acquisto del 9,3% della multinazionale energetica Rwe. Sempre in Europa, Qia vuol aumentare la sua quota (oggi 5%) nel Crédit Suisse. Negli Stati Uniti invece il patrimonio è stimato 25 milioni di dollari.

In Italia la Qatar Investment Authority ha un portafoglio che vale 5 miliardi di euro, in buona parte nel settore immobiliare/turistico e della moda. Anche qui come a Londra è la predilezione è per i 5 stelle. Già nel 2006 acquistarono l’hotel Gallia di Milano, al quale sono seguiti il Gritti Palace di Venezia, il St. Regis e il Westin Excelsior di Roma, il Baglioni Four Seasons di Firenze e 4 alberghi della Costa Smeralda (Cala di Volpe, Ramazzino, Pitrizza, Cervo Hotel) più il vicino Pevero golf club e l’ospedale Mater di Olbia. Dopo aver acquistato nel 2012, tramite la controllata Mayhoola for investment, la Maison Valentino, l’anno dopo presero la griffe vicentina Pal Zileri nel 2013 hanno messo a segno l’operazione più prestigiosa acquisendo prima il 40% (e poi, dal febbraio 2015, il 100%) del progetto Milano Porta Nuova, edificato dalla Coima Res di Manfredi Catella, uno dei punti chiave della skyline della città con la torre di Unicredit e il celeberrimo Bosco verticale dell’architetto Boeri. La Qia ha poi lanciato un’opa sulla totalità delle azioni ordinarie di Coima Res Siiq, attraverso Evergreen, società per azioni italiana, che fa capo per il 97% a Qatar Holding. A Milano è della Qia anche il palazzo di via Santa Margherita sede del Crédit Suisse. La quota del 28,4% che Qia aveva acquistato nel capitale di Inalca, la società del gruppo Cremonini, è stata invece riacquistata dalla famiglia Cremonini.

L’unico investimento andato male, che se ne sappia, è Air Italy, la compagnia nata dalle ceneri di Meridiana: la società ha chiuso nel 2020 con 1.465 licenziamenti. E i qatarioti ci han rimesso oltre 500 milioni di euro.