Venerdì 19 Aprile 2024

Alleanza apparente. "Lo zar si sente forte. Ma in realtà Pechino pensa a se stessa"

L’analista Zafesova: Putin ha un ruolo subordinato al presidente Xi. "Gli servono accordi economici, difficile però che sia partner unico"

"Vladimir Putin aveva bisogno di mostrare che non è solo, per questo ha chiesto per mesi l’incontro con Xi Jinping. Ma più che un alleato, si presenta come un subordinato della Cina". Parola di Anna Zafesova, giornalista e analista esperta di Russia.

Putin-Xi. Lo zar: "Piano Cina può essere base per accordi di pace"

Putin si rafforza dopo il vertice con il leader cinese?

"Sentiva la necessità di dimostrare che anche lui ha un alleato, che è parte di uno schieramento contrapposto all’Occidente. È stato lui a chiedere insistentemente l’incontro a Xi, ma così si presenta in posizione subordinata rispetto a Pechino".

"Pechino teme la caduta dello zar"

La giornalista Anna Zafesova, 54 anni
La giornalista Anna Zafesova, 54 anni

Il summit avrà effetti concreti sull’opinione pubblica russa?

"Putin presenta all’opinione pubblica il suo modello nazionalista e suprematista della Grande Russia. E in queste settimane la propaganda è stata esplicitamente pro Cina, della serie “Xi è uno di noi, sta dalla nostra parte“. C’è in atto una sinofilia simile alla trumpofilia di qualche anno fa. Ma Xi, come già Trump, pensa a se stesso, non ai russi".

Una delle voci fondamentali dell’incontro Xi-Putin sono gli accordi economici. Ma il sistema russo potrà reggere con la Cina come unico partner?

"Dipende da che cosa intendiamo con “reggere“... Reggere per non far morire tutti di fame, forse sì. Mosca vende a Pechino il gas alla metà del prezzo che faceva all’Europa prima delle sanzioni. A Putin comunque questi accordi servono per sistemare un po’ il deficit esploso con la guerra. Piuttosto bisognerà vedere quanto la Cina avrà interesse a sostituire l’Occidente nella produzione di tecnologie e macchinari per i russi".

Forse non moriranno tutti di fame, ma qualcuno sì...

"Già prima della guerra, i pochi sondaggi diffusi in Russia dicevano che il carovita e le difficoltà economiche erano al primo posto della preoccupazione dei russi. Il conflitto è stato lanciato proprio per distrarre l’attenzione dallo scontento popolare".

Scontento che potrebbe sfociare in qualcos’altro?

"In Russia praticamente non esiste una opposizione, una forza politica che possa al momento raccogliere questa rabbia. Forse qualcuno tra i comunisti, i giovani delle regioni periferiche meno legati al potere putiniano, a differenza dei vertici centrali del Partito. Naturalmente poi c’è l’opposizione che gravita intorno ad Alexei Navalny".

Come si muove il potere putiniano contro le opposizioni?

"La repressione continua. In questi giorni sono state denunciate persone che semplicemente leggevano notizie sulla guerra dal cellulare in metropolitana. Denunciati dagli altri passeggeri. E il giro di vite continua proprio perché lo scontento c’è: persino in un paesino della Siberia c’è stata una manifestazione con un centinaio di persone contro i rincari del gas".

Ma l’opposizione potrebbe nascere nella cerchia di Putin?

"Un golpe di palazzo è tutta un’altra questione. Possibile? Putin ha creato intorno a sé una corte monarchica. Sicuramente buona parte della nomenklatura è stufa, la guerra ha fatto perdere molti soldi. Ma nessuno sembra poter mettere in campo un’azione politica, al massimo potrebbero cercare una via di fuga personale. All’estero".

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