Ucraina news, Putin ritira i primi soldati dal fronte. Il gelo dell’Occidente: troppo poco

Vertice fra lo zar e il cancelliere tedesco, cresce la fiducia. Ma Kiev denuncia: "Cyber attacco da Mosca"

"La situazione rimane grave, ma non senza vie d´uscita", dichiara Olaf Scholz dopo quattro ore a colloquio con Putin al Cremlino. Il cancelliere tedesco rimane prudente, ma è riuscito a ottenere il primo (sia pure parziale) successo per uscire dalla crisi. Oggi, secondo i servizi americani, sarebbe iniziata l'invasione dell´Ucraina, invece ieri è cominciato il primo ritiro di truppe russe dal confine.

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Ma la situazione rimane tesa anche e soprattutto perché Kiev denuncia un cyber attacco ad opera di Mosca contro il ministero della Difesa e due banche. Una provocazione, che dimostra secondo gli ucraini, come i russi continuino a usare sporchi trucchi. È prematuro fidarsi di loro anche in quanto sempre ieri sono stati notati movimenti dei separatisti nel Dombass, la regione mineraria a est, tra cui sarebbero aumentati negli ultimi giorni gli irregolari russi. "Noi non crediamo alle parole, ma ai fatti", commenta il ministro degli Esteri ucraino Dmitro Kuleba. Come segno di distensione, la Bielorussia ha accettato che Kiev mandi osservatori per seguire le manovre al confine.

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Le truppe russe al confine con l'Ucraina
Le truppe russe al confine con l'Ucraina

"L´inizio del ritiro dei russi, anche se parziale, è un buon segnale", commenta Scholz. Per Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato, invece, "non bisogna sopravalutarlo, i russi devono ritirare i loro panzer". Alcuni reparti di Mosca sono stati richiamati e le immagini dei satelliti mostrano che anche carri armati russi vengono caricati sui treni, ma si ignora dove vengano spostati. "È il nostro dannato dovere di politici evitare un conflitto in Europa, non si deve finire in un vicolo cieco", afferma Scholz. Era accusato, anche a Berlino, di essere assente, troppo incerto, ma il cancelliere evitava di rompere i rapporti con Mosca: "I nostri due Paesi sono legati da storiche relazioni culturali e economiche", ha ricordato ieri. I verdi, alleati al governo, sono invece filoamericani senza il minino dubbio critico. La loro leader, Annalena Baerbock, ministro degli Esteri, vorrebbe un impegno diretto di Berlino in Ucraini. Il partito avrebbe voluto inviare anche armi, un passo molto pericoloso.

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Il socialdemocratico Scholz si era limitato a promettere l´invio di 5mila elmetti e si è lasciato consigliare da Gerhard Schröder, intimo amico di Putin (si danno del tu). "I tedeschi devono essere grati a Schröder, ha ricordato ieri Putin, se pagano meno il gas", frase che viene censurata da diversi media in Germania. E ha ricordato che il Nord Stream, il gasdotto del Baltico, terminato a luglio, e bloccato da Biden, deve entrare in funzione, "garantendo sicurezza energetica alla Germania".

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Per Berlino, la via d´uscita per salvare la faccia sia a Biden che a Putin, sarebbe la rinuncia a far entrare l´Ucraina nella Nato. Il Paese deve restare neutrale, gli verrebbero concessi rapporti particolari con la Ue, come quelli della Turchia. Era quanto stava per avvenire nel 2014, prima che Obama intervenisse in Mitteleuropa. E Putin rinuncerebbe alle pretese sui territori orientali dell´Ucraina.