Putin torna a minacciare l'Occidente. Dopo il gas, tocca al grano: "Limiti all'export"

Il presidente russo: le sanzioni sono "una minaccia al mondo intero" e "stop gas e petrolio ai paesi che imporrano il price cap"

Roma, 7 settembre 2022 - Il presidente russo, Vladimir Putin, è tornato a parlare delle sanzioni imposte dai Paesi occidentali alla Russia, dicendo che costituiscono "una minaccia al mondo intero". "La pandemia è stata rimpiazzata da nuove sfide globali che pongono una sfida al mondo intero. Mi riferisco alla frenesia delle sanzioni occidentali, agli aggressivi tentativo (dell'Occidente) di imporre un modello di comportamento ad altri Paesi, privandoli di sovranità e soggiogandoli al suo volere", ha detto nel suo discorso all'Eastern Economic Forum a Vladivistok. Ma "è impossibile isolare la Russia".

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Non si è limitato alle sanzioni. Putin ha anche affermato di avere in mente di imporre restrizioni sull'esportazione di grano e sementi ucraini verso l'Europa e di volerne discutere con il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. "Forse - ha dichiarato Putin, citato dalla Tass - dovremmo pensare di limitare l'export di grano e altri alimenti lungo questa rotta (fra l'Ucraina e l'Europa, ndr). Credo proprio che ne parlerò con il presidente turco Erdogan. Dopotutto, siamo stati noi a elaborare il processo di esportazione dei cereali ucraini".

Vladimir Putin a Vladivostok, Russia (Ansa)
Vladimir Putin a Vladivostok, Russia (Ansa)

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Sulla guerra in Ucraina

Per quanto riguarda la guerra in Ucraina, la Russia non ha iniziato le azioni di combattimento (sostiene Putin), ma "sta cercando di mettere fine ad esse, perché è dal 2014 che continuano". In ogni caso, "la Russia non ha perso e non sta perdendo nulla a causa dell'Operazione speciale (l'invasione dell'Ucraina, ndr), ma ha anzi rafforzato la propria sovranità". Il leader russo si è detto certo che "l'economia globale attraversa un periodo difficile, ma la logica della cooperazione vincerà sicuramente".

Su Zaporizhzhia e la missione Aiea

Dopo la pubblicazione da parte di Aiea (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) di un rapporto di 52 pagine sulle condizioni della centrale nucleare di Zaporizhzhia, in seguito ai continui bombardamenti e attacchi di cui russi e ucraini si accusano a vicenda, la Russia ha chiesto dei "chiarimenti". Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, a quanto riporta Interfax, ha detto: "C'è bisogno di chiarimenti supplementari, perché quel rapporto contiene un certo numero di punti interrogativi. Abbiamo chiesto questi chiarimenti al direttore generale dell'Aiea", Rafael Grossi.

Tra l'altro, ieri l'ambasciatore russo all'Onu ha deplorato che il rapporto non "indicasse chiaramente" che sarebbero gli ucraini a bombardare la zona della centrale. Oggi, invece, Putin ha affermato di "fidarsi" del rapporto dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, ma ha asserito che l'agenzia Onu "è sotto pressione da parte degli Stati Uniti e dell'Europa e non può dire direttamente che la centrale viene colpita dal territorio ucraino".  

Sulla crisi alimentare

Putin incolpa le politiche occidentali per la crescente crisi alimentare e avverte di una catastrofe umanitaria senza precedenti. "L'acquisto di cibo da parte dell'Occidente sta provocando un aumento dei prezzi che potrebbe portare a una tragedia per i Paesi più poveri", ha dichiarato il leader del Cremlino, citato dalla Tass. "L'impennata dei prezzi sui mercati globali potrebbe diventare una vera e propria tragedia per la maggior parte dei Paesi più poveri, che devono affrontare la carenza di cibo, di energia e di altri beni vitali", ha dichiarato. Il leader russo ha anche sottolineato che "i Paesi più poveri stanno perdendo l'accesso agli alimenti essenziali, perché il loro acquisto da parte dei Paesi sviluppati provoca un forte aumento dei prezzi". Ha poi citato cifre che sottolineano la pericolosità del problema: "Se nel 2019, secondo le Nazioni Unite, 135 milioni di persone nel mondo stavano vivendo una grave carenza di cibo, ora il loro numero è aumentato di 2,5 volte, fino a 345 milioni di persone. È semplicemente terribile", ha sottolineato Putin. 

Sul price cap

Anche sul price cap, Putin ha dato un'affermazione secca: "Limitare i prezzi del gas russo è un'altra stupidità che non ha futuro". Come riporta la Tass: "Il mercato europeo delle risorse energetiche - afferma Putin - era un tempo privilegiato, ora non lo è più". Per il presidente russo, "la domanda di risorse energetiche della Cina cresce e gli accordi energetici con la Russia funzionano".

Il punto è che la Russia non fornirà più petrolio e gas a quei Paesi occidentali che imporranno un price cap sull'energia russa. "Non consegneremo nulla se è contrario ai nostri interessi, in questo caso economici. Né gas, né petrolio, né carbone. Niente", ha detto Putin. 

Il presidente, inoltre, nega che Mosca usi l'energia come "un'arma" politica. "Dicono che la Russia usi l'energia come un'arma. Che assurdità! Quale arma usiamo? Forniamo quanto necessario in base alle richieste" degli importatori, ha detto.

Sul Nord Stream

In primo luogo il Nord Stream 1 è stato fermato dalle sanzioni, ha detto Putin, spiegando che la Germania e le sanzioni occidentali sono responsabili del mancato funzionamento del gasdotto e che l'Ucraina e la Polonia hanno deciso da sole di chiudere altre rotte del gas in Europa. Il presidente ha poi aggiunto che Gazprom potrebbe riprendere i flussi attraverso il Nord Stream 1 se la turbina fosse restituita alla Russia. 

Riguardo il Nord Stream 2, invece, la Russia è pronta ad attivarlo "se necessario".

Su Liz Truss

Il leader russo ha speso anche qualche parola sul nuovo premier inglese, nominato ufficialmente ieri: Liz Truss. Secondo Putin, il modo in cui la Gran Bretagna sceglie i suoi leader è ben "lontano dall'essere democratico". "Il popolo della Gran Bretagna non partecipa, in questo caso, al cambio di governo. Sono le elite al potere che hanno i loro accordi", ha detto. Un'affermazione che si riferisce al fatto che il premier nel Regno Unito non viene scelto dall'intero Paese, ma da una votazione dei membri di un partito.

Quanto alle prospettive dei legami con la Gran Bretagna, Putin è stato gelido: "Conosciamo la posizione dei Tory su queste questioni, tra cui le relazioni con la Russia. Sono affari loro come costruire relazioni con la Federazione Russa. Il nostro compito è difendere i nostri interessi e lo faremo in modo coerente, senza che nessuno abbia dubbi al riguardo".

L'incontro con Xi Jinping

Intanto, è in programma il prossimo incontro tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo cinese, Xi Jinping. Si incontreranno a margine del vertice dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco), previsto il 15 al 16 settembre a Samarcanda, in Uzbekistan. L'ambasciatore russo a Pechino, Andrey Denisov, riporta la Tass, ha detto: "Stiamo pianificando un incontro serio e completo dei nostri leader con un ordine del giorno dettagliato, al quale stiamo lavorando con i nostri partner cinesi", ha detto il diplomatico. Sarebbe il primo incontro di persona tra Putin e Xi dall'avvio della guerra in Ucraina.

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