Generale russo rimosso da Putin: chi è Alexander Dvornikov

Dopo averlo chiamato ad aprile per dare una svolta alla guerra in Ucraina, il Cremlino lo ha sostituito con Gennady Zhidko, vice ministro della Difesa

Alexander Dvornikov (Ansa)

Alexander Dvornikov (Ansa)

Roma, 3 giugno 2022 - La rimozione del generale russo Alexander Dvornikov da capo delle forza armate sul campo nella guerra in Ucraina non è una notizia come le altre. Del militare dal pugno di ferro, protagonista delle spedizioni militari della Russia in Siria e Cecenia, non si avevano più notizie da settimane. Sparito, scomparso, nessuna notizia su Dvornikov. Fino a oggi. Dopo averlo chiamato ad aprile per dare una svolta alle operazioni militari in Ucraina, il Cremlino lo avrebbe silurato, scegliendo al suo posto un altro generale, Gennady Zhidko, ex comandante del distretto militare orientale e vice ministro della Difesa russo.

Chi è Alexander Dvornikov

Vladimir Putin deve molto al generale Alexander Dvornikov, fin dai tempi della Siria. Entrato in scena proprio in Siria a partire dal settembre 2015, ha contribuito a far svoltare la missione militare che gli è valsa la stella d'oro della Federazione russa, la più alta onoreficienza militare, e il soprannome di 'macellaio'. Fu proprio Putin ad appuntargliela sul petto nel 2016. Dvornikov è stato chiamato a fare lo stesso anche in Ucraina, ovvera dare una svolta alla guerra. I risultati non sono stati gli stessi. Putin lo ha voluto in plancia di comando proprio per le sue conoscenze militari in zone di conflitto. In prima linea negli ultimi trent'anni per le tensioni nel Transcaucaso e le due guerre in Cecenia, oltre alle continue operazioni antiterroristiche sul territorio di tutte le repubbliche, il conflitto militare con la Georgia, e poi l'Ucraina.

L'intervista del 2016

Dal 1978, anno dell'entrata di Dvornikov nella Scuola di comando delle armi combinate superiori di Mosca, al 2015, anno della svolta con la nomina a comandante del gruppo di truppe russe in Siria, 37 anni di servizio e continua ascesa. In un'intervista del 2016 parlava proprio della minaccia che poteva provenire da un allargamento della Nato in Ucraina e del ruolo dei Paesi amici: "Abbiamo una nostra presenza al di fuori della Federazione Russa, alla quale attribuiamo un ruolo molto importante per la stabilità nella direzione strategica sudoccidentale - intendo le basi militari situate in Armenia, Abkhazia e Ossezia meridionale. Naturalmente, sono anche costantemente pronte al combattimento, in grado di svolgere la loro missione in qualsiasi momento".

E illustrava la strategia da adottare in combattimento: "E' importante sapere non solo in teoria come e cosa si sta facendo, ma anche avere abilità pratiche nell'uso di armi di nuova generazione tra cui, ad esempio, i missili da crociera a lungo raggio Calibre che possono essere sparati da fregate e da sottomarini contro bersagli terrestri e marittimi".