Martedì 16 Aprile 2024

Puigdemont arrestato in Sardegna: su ex leader catalano mandato di cattura internazionale

L'ex presidente della Catalogna doveva partecipare a un evento ad Alghero. Era ricercato per sedizione dalle autorità spagnole per il tentativo di secessione della Catalogna nel 2017

Carles Puigdemont (Afp)

Carles Puigdemont (Afp)

Madrid, 23 settembre 2021 - L'ex presidente della Catalogna Carles Puigdemont è stato arrestato dalla polizia in Sardegna. Puigdemont si è recato in Italia per partecipare a un evento ad Alghero. L'ex leader catalano è stato arrestato in applicazione del mandato di cattura emesso da Pablo Llarena, giudice del Tribunale Supremo spagnolo. Le autorità italiane hanno già notificato l'arresto alla magistratura di Madrid. La conferma arriva anche da fonti locali, dopo che a darne notizia per primi sono stati i media spagnoli. 

Puigdemont si era recato ad Alghero, città di lingua catalana, per un convegno dove era ospite d'onore ed è stato bloccato nel commissariato dell'aeroporto della città sarda dopo essere stato arrestato dalla polizia di frontiera. L'ufficio di Puigdemont ha confermato l'arresto con un comunicato e ha spiegato che l'ex presidente catalano sarà messo domani a disposizione della Corte d'appello di Sassari, che ha la competenza per decidere se rimetterlo in libertà o procedere alla sua estradizione in Spagna. Lo scorso 30 luglio il tribunale dell'Unione Europea aveva confermato la revoca dell'immunità parlamentare per Puigdemont, che è ricercato per sedizione dalle autorità spagnole in merito al tentativo di secessione della Catalogna nel 2017.

Puigdemont era andato avanti con la convocazione del referendum, annunciato nel giugno 2017, nonostante la Corte Costituzionale spagnola avesse sospeso la legge che lo disponeva. La consultazione del 1 ottobre 2017 si concluse con oltre il 90% dei voti a favore dell'indipendenza, pur con un'affluenza inferiore al 43%. Il Parlament catalano dichiarò l'indipendenza il 27 ottobre 2017. Il governo spagnolo reagì sciogliendo la Camera della Generalitat, convocando nuove elezioni e commissariando la regione. Il 30 ottobre 2017 il procuratore generale spagnolo, Jose Manuel Maza, aprì un'inchiesta per ribellione, sedizione e malversazione nei confronti di Puigdemont e altri esponenti del suo governo. L'accusa di malversazione si riferisce, nello specifico, all'utilizzo illecito di fondi pubblici del quale i tre esponenti del partito indipendentista Junts Per Catalunya si sarebbero resi colpevoli con l'organizzazione del referendum. Subito dopo la pubblicazione delle accuse, Puigdemont e cinque suoi ministri, tra cui Comin e Ponsatì, fuggirono a Marsiglia, da dove presero un volo per il Belgio per evitare l'arresto.

Il 3 novembre la giustizia spagnola emise un mandato di cattura europeo nei confronti dei politici indipendentisti ricercati, che si consegnarono alla polizia belga per poi essere rilasciati con l'ordine di non lasciare il Paese. Il 5 dicembre 2017 il mandato di cattura europeo fu poi ritirato da Madrid, in una mossa tattica dovuta al timore che la magistratura belga limitasse le imputazioni o ne spiccasse di non omogenee a quelle previste dalla legge spagnola. L'anno dopo il giudice del Tribunale Supremo Pablo Llarena avrebbe infatti riattivato il mandato di cattura. L'immunità parlamentare che Puigdemont, Comin e Ponsatì avevano guadagnato con l'elezione al Parlamento Europeo il 26 maggio 2019, fu revocata lo scorso 10 marzo dalla plenaria dell'Europarlamento. Lo scorso 2 giugno il vice presidente del Tribunale dell'Ue sospese poi provvisoriamente la revoca dell'immunità parlamentare di Puigdemont, Comin e Ponsatì. Lo stesso Tribunale Ue, lo scorso 31 luglio, respinse infine la richiesta di un'ulteriore sospensione della revoca, aprendo la strada una volta per tutte all'estradizione dei tre indipendentisti.