"Mia madre giaceva sul frigorifero coperta di sangue, mio fratello non aveva più le gambe. Nostra figlia stava ancora respirando, ma la speranza è durata pochissimo". La casa di Ivan Simoroz, 26 anni, poliziotto di Borodianka, fu colpita da una bomba russa nei primi giorno dell’invasione. Ha perso la moglie, entrambi i genitori, il fratello e la nonna. La piccola Polina di dodici mesi, ancora viva quando fu estratta dalle macerie, è morta in ospedale. Era il 25 febbraio 2022, le 11 del mattino. Quella sera Ivan fu costretto a fare una cosa per cui gli esseri umani non sono programmati: portare la sua famiglia in blocco all’obitorio, le sei persone più care che aveva al mondo. I grandi numeri sfuggono al controllo e finiscono per non fare più impressione, quelli piccoli raccontano una storia che potrebbe appartenere a tutti. Quando sentì il boato questo ragazzo che ha avuto il coraggio di raccontare tutto a un giornalista del canale Kyiv Tv era vicino al suo distretto. Tremava anche la terra. La prima azione, automatica, fu prendere il cellulare per accertarsi che a casa stessero bene. Ha iniziato a chiamare la madre, la moglie, il padre, il fratello e anche la nonna. Nessuno era rintracciabile, a parte un vicino terrorizzato: "E’ stato tutto distrutto". Pensava alla cantina, di trovarli lì dove avevano messo un letto e un passeggino. O nel laboratorio di papà. Pochi chilometri di corsa, poi la scena devastante. "Prima ho visto la mamma distesa sul frigorifero, ricoperta di sangue. A duecento metri ho notato il cane di mio fratello, seduto vicino a lui senza gambe. Il mio amico Yura ha tirato la nonna fuori dalle macerie, è morta in ospedale alle otto di sera. Due ore dopo mia zia Ira ha trovato la bambina in un angolo del sofà, respirava appena". Olena, la moglie, stava accanto a una pianta abbattuta. Mezzora dopo ha completato l’appello il cadavere del padre vicino a un albero. Ivan ricorda di essere stato felice: "Quando tornavo dal lavoro mia moglie mi veniva incontro e la piccolina si aggrappava alle mie gambe. Adesso non so come continuare a vivere".