Giovedì 25 Aprile 2024

Ucraina, Ivan poliziotto triste: "Moglie, genitori e figlia, nessuno è rimasto vivo"

Il racconto del terrore vissuto da Ivan Simoroz dopo la bomba russa che ha colpito Borodianka

 Ivan Simoroz

Ivan Simoroz

"Mia madre giaceva sul frigorifero coperta di sangue, mio fratello non aveva più le gambe. Nostra figlia stava ancora respirando, ma la speranza è durata pochissimo". La casa di Ivan Simoroz, 26 anni, poliziotto di Borodianka, fu colpita da una bomba russa nei primi giorno dell’invasione. Ha perso la moglie, entrambi i genitori, il fratello e la nonna. La piccola Polina di dodici mesi, ancora viva quando fu estratta dalle macerie, è morta in ospedale. Era il 25 febbraio 2022, le 11 del mattino. Quella sera Ivan fu costretto a fare una cosa per cui gli esseri umani non sono programmati: portare la sua famiglia in blocco all’obitorio, le sei persone più care che aveva al mondo. I grandi numeri sfuggono al controllo e finiscono per non fare più impressione, quelli piccoli raccontano una storia che potrebbe appartenere a tutti. Quando sentì il boato questo ragazzo che ha avuto il coraggio di raccontare tutto a un giornalista del canale Kyiv Tv era vicino al suo distretto. Tremava anche la terra. La prima azione, automatica, fu prendere il cellulare per accertarsi che a casa stessero bene. Ha iniziato a chiamare la madre, la moglie, il padre, il fratello e anche la nonna. Nessuno era rintracciabile, a parte un vicino terrorizzato: "E’ stato tutto distrutto".

Pensava alla cantina, di trovarli lì dove avevano messo un letto e un passeggino. O nel laboratorio di papà. Pochi chilometri di corsa, poi la scena devastante. "Prima ho visto la mamma distesa sul frigorifero, ricoperta di sangue. A duecento metri ho notato il cane di mio fratello, seduto vicino a lui senza gambe. Il mio amico Yura ha tirato la nonna fuori dalle macerie, è morta in ospedale alle otto di sera. Due ore dopo mia zia Ira ha trovato la bambina in un angolo del sofà, respirava appena". Olena, la moglie, stava accanto a una pianta abbattuta. Mezzora dopo ha completato l’appello il cadavere del padre vicino a un albero. Ivan ricorda di essere stato felice: "Quando tornavo dal lavoro mia moglie mi veniva incontro e la piccolina si aggrappava alle mie gambe. Adesso non so come continuare a vivere".