Giovedì 18 Aprile 2024

Polemiche a luci rosse, Amsterdam imbarazza l’Europa: quartiere hot vicino all’Agenzia Ue

L’Ema si è trasferita in Olanda nel 2017, preferendola a Milano: ora avrà le squillo come vicine di casa. Il Comune: "Toglieremo il degrado dal centro". Ira di Bruxelles: "Problemi di sicurezza per nostri funzionari"

Il Comune di Amsterdam deciderà a mesi dove trasferire il quartiere a luci rosse

Il Comune di Amsterdam deciderà a mesi dove trasferire il quartiere a luci rosse

Amsterdam, 11 marzo 2023 - Amsterdam: canali, biciclette, Van Gogh. E "Rossebuurt", il quartiere a luci rosse, con le sue strade tortuose, l’architettura gotica e una tolleranza unica al mondo nei confronti della prostituzione, della pornografia, delle droghe leggere. In pieno centro. Losco di fama e mai completamente gentrificato. L’asso nella manica del turismo, con le vetrine e tutto il resto sparpagliato nelle sotto-aree di De Wallen, Singelgebied e Ruysdaelkade. Il classico posto dove il turista si diverte e pensa: bello, ma non ci vivrei.

La stessa cosa pensano i dirigenti dell’Ema, l’Agenzia Europea per i Medicinali, che per colpa della Brexit aveva lasciato Londra e si era trasferita nella città olandese di acqua e pietra. La scelta della nuova sede era finita con un pareggio (13 a 13) che da noi ancora brucia. Milano aveva i numeri. Però, malgrado il dossier tecnico favorevole, era stata sconfitta ai bussolotti. Era il 2017, due anni dopo ci fu il trasloco. E oggi forse è arrivato il momento di un’ignobile rivincita: non avete voluto il Pirellone? Beh, forse c’è di peggio. Adesso vi ritrovate un polo erotico in casa.

Il Comune di Amsterdam conta di prendere una decisione entro l’autunno: trasferiamo da qualche altra parte il "Rossebuurt" per alleggerire il centro dalle conseguenze della prostituzione che lo ha reso famoso. E dove lo mettiamo? Tre sono le possibili ubicazioni, due fanno venire la pelle d’oca all’Ema: in pratica sfiorano la loro sede. Li sentite come ridono a Milano, umiliati al fotofinish fra 19 candidature? E forse ridono anche Barcellona, Copenaghen e Vienna, gli altri scarti eccellenti.

L’agenzia di dotti medici e sapienti si era installata nell’angelica periferia del distretto dello shopping di Zuidas, il miglio finanziario della città, arroccandosi in un edificio da 250 milioni di euro costruito appositamente per i suoi 900 dipendenti. Lontana dal rumore, dalla sporcizia e dal disagio che tanti esseri umani tutti animati dalle stesse intenzioni finiscono per creare anche sulle viuzze acciottolate di un tenace Medioevo. Ingenui. E ora arrabbiati perché trapiantare il cuore caldo di Amsterdam nel loro petto significherebbe non garantire più ai dipendenti "un ambiente di lavoro sicuro", requisito chiave alla base del trasferimento.

In più non li hanno avvertiti. Lo hanno letto sui giornali che gli amministratori sono al lavoro già da anni per realizzare un "hotel della prostituzione" alternativo: cento posti a disposizione senza badare al genere e all’orientamento sessuale, sale relax, spazi dedicati ai servizi sanitari, all’arte, alla cultura. La polizia non potrebbe essere più favorevole: meno incidenti, ubriachi, disagio giovanile e narcotraffico. Il Comune spiega le buone intenzioni dell’operazione: "Con il centro erotico diamo posti di lavoro sicuri, riduciamo i disagi causati dalla folla nel quartiere e l’influenza della criminalità". All’Ema invece sussultano: e dircelo prima, quando svuotavamo gli scatoloni? E chi pensa ai nostri 900 dipendenti, agli esperti, ai delegati internazionali? Chi gli spiega che quella bella costruzione vicino al loro hotel non è una ludoteca?