Pillole di iodio: a cosa servono e perché in Belgio è boom contro le radiazioni nucleari

La paura che lo scontro in Ucraina degeneri in un conflitto nucleare, dopo i combattimenti intorno a Zaporizhzhia o Chernobyl, ha spinto la domanda. E in Svizzera vengono distribuite a popolazione entro 50km dalle centrali

Roma, 4 marzo 2022 - Mentre in Italia c’è chi pensa a comprarsi un bunker, in Belgio fanno scorte di pillole di odio e in Svizzera le distribuiscono alla popolazione entro 50km dalle centrali nucleari. Sono passati nove lunghi giorni dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina e la notte passata è stata quella del terrore nucleare, dopo l'attacco alla centrale di Zaporizhzhia. L'inizio dei combattimenti ha da subito innescato in Belgio un boom di domande di compresse anti-radiazioni a base di iodio: nel Paese, che ospita sette reattori nucleari ancora in funzione (il cui spegnimento è previsto per il 2025), le compresse di ioduro di potassio vengono infatti distribuite gratuitamente dalle farmacie, su semplice presentazione della carta d'identità. Dopo l'incendio di questa mattina, l'Autorità federale belga per il controllo nucleare ha assicurato che "non è stato misurato alcun aumento delle radiazioni", dopo che nei giorni scorsi aveva ricordato alla popolazione di non assumere le compresse di iodio preventivamente o di propria iniziativa, ma solo su indicazione. Ma a cosa servono queste pillole difronte alla minaccia nucleare? E perché questo boom? Vediamo i dettagli qui sotto. 

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Sommario:

Boom di richieste di pillole di iodio

L'Associazione dei farmacisti belgi ha segnalato che solo giovedì scorso - quando sono arrivate le prime notizie sui combattimenti vicino alla centrale nucleare ucraina nota per il tragico incidente del 1986 - sono state consegnate 1.500 scatole da 10 compresse. Venerdì e sabato la domanda è salita a 4mila confezioni al giorno e si stima che lunedì le consegne abbiano toccato quota 30mila. Ritmi che si stanno avvicinando al record storico registrato nel mese di marzo 2018, quando vennero consegnate fino a 45mila confezioni di compresse al giorno durante l'attuazione del piano di sicurezza nucleare.

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A cosa servono

Come ricordato dal giornale Le Soir, se lo iodio radioattivo viene rilasciato nell'aria, l'assunzione di ioduro di potassio "satura la ghiandola tiroidea, prevenendo così l'assorbimento di iodio radioattivo" e il conseguente "rischio di cancro alla tiroide". Tuttavia "le pastiglie di iodio non offrono protezione contro altre sostanze radioattive" dalle quali, in caso di emergenza, è necessario ripararsi.

Inoltre, l'uso delle compresse è raccomandato solo per le persone in determinate fasce d'età. In caso di fuoriuscita di radiazioni, i minori di 18 anni, in particolare i più piccoli, sono maggiormente a rischio di sviluppare tumori. Lo stesso vale per le donne in gravidanza o in allattamento, mentre gli adulti dai 18 ai 40 anni hanno meno probabilità di sviluppare il cancro alla tiroide. Il rischio si abbassa ulteriormente per gli over 40, rendendo l'uso delle compresse "controproducente e persino potenzialmente tossico", ha chiarito l'Agenzia federale belga per il controllo nucleare, ricordando che lo ioduro di potassio aumenta il rischio di disfunzioni della tiroide. Di qui, l'appello ai cittadini a non assumere le compresse per un rischio attualmente inesistente.

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L'Agenzia: "No assunzione preventiva"

Il nuovo boom della domanda ha costretto, infatti, l'Agenzia federale belga per il controllo nucleare a ricordare che le compresse di iodio non vanno assunte preventivamente o di propria iniziativa, ma solo su indicazione delle autorità. Qui sotto il tweet (datato 28 febbraio): "L'attuale situazione in #Ucraina non richiede l'assunzione di compresse di #iodio. Rimangono disponibili gratuitamente in farmacia, ma non sono necessari in questo caso specifico. Prendi lo iodio solo su raccomandazione delle autorità".

Zaporizhzhia: la mappa

(L'articolo continua sotto)

 

La Svizzera

Di seguito al colpo di mortaio sulla centrale nucleare di Zaporizhzhya e le numerose domande da parte dei concittadini, anche la Confederazione Svizzera ha pubblicato online quanto al momento previsto per la protezione della popolazione su rifugi, scorte di emergenza, app e modalità informative per l'allerta, comprese le compresse allo iodio. "Non vi sono scenari che rendano necessaria la distribuzione o l'assunzione delle compresse allo iodio - ha dichiarato -. Attualmente la Confederazione rinuncia pertanto a ordinare misure di protezione previste per il caso di conflitto nucleare". Come viene spiegato, le compresse allo iodio vengono impiegate in caso di grave incidente in una centrale nucleare con fuoriuscita di iodio radioattivo, perché impediscono alla tiroide di assorbire lo iodio radioattivo e servono a prevenire il cancro alla tiroide. In caso d'incidente, dichiara la Confedereazione, devono essere ingerite per tempo.

Nei comuni in un raggio di 50 km attorno agli impianti nucleari svizzeri, le compresse allo iodio vengono comunque distribuite alla popolazione a titolo preventivo: le farmacie e le drogherie all'interno di questo raggio conservano infatti una riserva di compresse. E in caso di perdita, possono essere acquistate al prezzo di 5.00 franchi svizzeri. Nelle altre regioni, invece, i cantoni provvedono allo stoccaggio delle pasticche allo iodio in modo da consentire l'approvvigionamento della totalità della loro popolazione in caso di evento grave. Attualmente, ha fatto sapere la Confederazione, le persone residenti all'esterno di questa zona non devono tenere scorte di compresse allo iodio.

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