Giovedì 25 Aprile 2024

L'Iran sequestra petroliera britannica, ira di Londra. Usa: "Escalation di violenza"

La Stena Impero, con 23 persone a bordo è ancora ferma davanti al porto iraniano. Il direttore generale dell'autorità portuale della provincia di Hormozgan: "Si è scontrata con un peschereccio"

 La petroliera britannica Stena Impero (Ansa/Vesselfinder)

La petroliera britannica Stena Impero (Ansa/Vesselfinder)

Londra, 20 luglio 2019 - Resta altissima tensione nel Golfo Persico dopo che, nella giornata di ieri, i pasdaran dell'Iran hanno sequestrato una petroliera britannica nello stretto di Stretto di Hormuz, che divide le coste della penisola arabica dalla repubblica islamica. Sono stati gli stessi Guardiani della Rivoluzione (l'organo militare istituito in Iran dopo la rivoluzione islamica del 1979) ad annunciare la cattura, che è stata poi confermata da fonti della Difesa statunitense. Gli aggiornamenti odierni confermano che l'imbarcazione si trova ancora fuori dal porto iraniano di Bandar Abbas. Tutto l'equipaggio, composto da 23 persone, è a bordo. Lo ha riferito all'agenzia di stampa Fars il direttore generale dell'autorità portuale della provincia di Hormozgan, Allahmorad Afifipour precisando che la nave, di proprietà della svedese Stena Bulk, è stata fermata "per essersi scontrata con un peschereccio e per non aver risposto alla richiesta di spiegazioni". Ieri, riguardo le ragioni del sequestro, le autorità di Teheran avevano parlato di una generica violazione delle leggi marittime internazionali. Oggi sposano invece la linea dell'incidente, su cui l'Iran ha già aperto un'inchiesta. 

La petroliera in questione è la Stena Impero: costruita nel 2018, ha una stazza di quasi 30 mila tonnellate. La nave avrebbe improvvisamente lasciato le acque internazionali e si sarebbe diretta verso l'isola iraniana di Qeshm, dove i Guardiani hanno una base. "E' un'escalation di violenza", aveva tuonato la Casa Bianca che ha inviato poi jet militari a scortare un mercantile attraverso lo Stretto, dove transitano ogni giorno milioni di barili di greggio.   

RAPPRESAGLIA - Si tratterebbe soltanto dell'ultimo di una serie di episodi. Il 10 luglio scorso una serie di barche iraniane hanno tentato di sequestrare un'altra petroliera britannica ma sono state bloccate da una fregata della Royal Navy che le scortava. Giovedì i pasdaran hanno bloccato una nave degli Emirati arabi accusato di contrabbando. Sempre nei giorni scorsi, anche la Marina reale britannica ha sequestrato al largo di Gibilterra una petroliera battente bandiera panamense, la Grace 1, sospettata di trasportare greggio iraniano verso la Siria, in violazione delle sanzioni europee a Damasco. La mossa di ieri di Teheran potrebbe essere letta quindi come una rappresaglia.

USA INVIANO SOLDATI - Nel frattempo, nell'escalation di tensione tra Usa e Iran, si apprende che l'Arabia Saudita accoglierà sul proprio suolo militari americani. Lo ha annunciato il ministero della Difesa saudita, secondo quanto riporta l'agenzia del regno Spa. "Il Re Salman ha accettato di ospitare le forze statunitensi per aumentare il livello di cooperazione, per difendere la sicurezza e la stabilità della regione e per garantire la pace", ha detto un una fonte ufficiale del ministero. Nei giorni scorsi si era parlato di circa 500 militari americani.

LONDRA MINACCIA CONSEGUENZE - Il ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt, definisce "inaccettabili" e "estremamente preoccupanti", le azioni delle autorità iraniane. Se gli iraniani non rilasceranno il cargo, ci saranno "gravi conseguenze", avverte. In serata si è riunito a Londra il comitato Cobra,  l'organismo governativo che si occupa delle emergenze. La Marina inglese avrebbe già inviato una nave da guerra nel Golfo. 

LE PETROLIERE E IL NUCLEARE - La 'guerra delle petroliere' rischia di precipitare in un conflitto più esteso che si intreccia alla disputa tra Usa e Iran sul nucleare. "Per il loro bene che non facciano nulla di stupido, altrimenti pagheranno un prezzo che nessun altro ha mai pagato" minaccia il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in una telefonata con Macron, affermando tuttavia di non temere una guerra. 

L'intervento del tycoon segue lo scontro delle ultime ore tra la Casa Bianca e Teheran sul drone iraniano che gli americani dicono di aver abbattuto. "Non abbiamo perso alcun drone nello stretto di Hormuz né altrove - ha smentito il viceministro degli Esteri Abbas Araghchi  -. Temo che la Uss boxer abbia abbattuto un loro drone per sbaglio!", mentre il generale di brigata Abolfazl Shekarchi, portavoce delle forze armate di Teheran, accusa Trump di "affermazioni deliranti". Nel frattempo, gli Usa hanno emesso nuove sanzioni contro 12 tra entità e individui basati in Iran, Belgio e Cina legati alle attività di proliferazione nucleare della società iraniana Tesa. 

SALE IL PREZZO DEL PETROLIO - Nel contesto di tensioni le quotazioni del petrolio sono tornate a salire e quelle dell'oro hanno toccato i massimi da sei anni.