Dure sanzioni a banche ed export russi (non del gas). Ma Putin per ora si salva

Il G7 e la Ue approvano un nuovo pacchetto di misure: non c’è però lo stop ai pagamenti bancari. Altri 27 oligarchi nel mirino

Manifestanti contro Putin (Ansa)

Manifestanti contro Putin (Ansa)

Roma, 25 febbraio 2022 - Joe Biden lo dice con nettezza: "Ho incontrato i miei omologhi del G7 e abbiamo deciso di andare avanti con pacchetti devastanti di sanzioni e altre misure economiche per chiedere conto alla Russia delle sue azioni". America, Europa, Gran Bretagna e Giappone sono unite nel far pagare alla Russia il prezzo più alto possibile, sia pure ben sapendo che anche loro pagheranno un prezzo economico per le sanzioni e quindi attente a non colpire l’export di gas. E tra i sanzionati – paradosso sommo – ancora non c’è Vladimir Putin. Che per Biden "è l’aggressore e diventerà un paria" e per il ministro degli Esteri francese Le Drian è "un cinico e un dittatore", ma che potrà conservare, almeno per ora, le sue ricchezze. A domanda dei cronisti, Biden ha solo detto che "le sanzioni contro Putin restano sul tavolo". Forse, chissà.

Le sanzioni annunciate da Biden "limiteranno la capacità della Russia di fare affari in dollari, euro, sterline e yen ed essere parte dell’economia globale; fermeranno la capacità di finanziare e far crescere la difesa russa; mineranno la loro capacità di competere nei settori ad alta tecnologia dell’economia del ventunesimo secolo e colpiranno banche che insieme detengono circa mille miliardi di dollari in beni". E il blocco dei sistemi di pagamento Swift, definita l’arma atomica delle sanzioni? Per ora non c’è. "Le sanzioni che abbiamo proposto su tutte le loro banche – ha sostenuto Biden – hanno le stesse conseguenze, forse più conseguenze della misura su Swift". Saranno colpite dagli americani anche 27 oligarchi e organizzazioni bielorusse (e l’Ue farà lo stesso).

L’Europa non poteva essere da meno. L’accordo tra i capi di Stato e di governo Ue sul secondo pacchetto di sanzioni, più pesante del primo entrato in vigore da poche ore, è stato approvato in serata. Preparandosi, tra l’altro, a un terzo pacchetto con sanzioni "più dure", ma non meglio definite. Come aveva annunciato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, è un pacchetto di "sanzioni massicce e mirate" con l’obiettivo di "indebolire la capacità di modernizzazione della Russia e bloccare l’accesso delle banche russe ai mercati finanziari europei". "Queste sanzioni – riassume il Consiglio europeo straordinario – riguardano il settore finanziario, i settori energia e trasporti, i beni a duplice uso, nonché il controllo delle esportazioni e il finanziamento delle esportazioni, la politica dei visti, elenchi aggiuntivi di cittadini russi e nuovi criteri di inserimento nell’elenco".

Gli obiettivi sono chiari: erodere le basi economiche della Russia, fiaccarne la già bassa capacità di modernizzazione; asciugare lo spazio di manovra del sistema bancario e dello Stato per il proprio finanziamento; colpire l’industria con lo stop ai trasferimenti di tecnologia. Sanzioni dure anche quelle Ue, quindi, ma pure qui Putin la fa franca, Swift manca e nel settore energetico non dovrebbero essere comprese misure dirette al comparto gas. Si poteva fare di più.

"Quello che sta avvenendo in questo momento – ha osservato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – è di una gravità inaudita e sta stravolgendo l’ordine internazionale. È in arrivo un pacchetto di sanzioni senza precedenti, esemplari e massicce. La Russia deve capire l’alto costo che paga nell’aggredire uno Stato europeo e soprattutto uno Stato sovrano".