Roma, 10 aprile 2025 – La colomba dell'amministrazione Trump ha un nome: è il segretario al Tesoro Scott Bessent. Sarebbe stato lui, dopo giorni di pressioni micidiali da parte di esponenti di primo piano dell'amministrazione Usa e del mondo degli affari, a convincere il tycoon a rinviare di tre mesi l'entrata in vigore dei nuovi "dazi reciproci" annunciati la scorsa settimana. Lo rivela il Wall Street Journal, che ricostruisce i retroscena della decisione annunciata ieri e ritenuta frutto "di una campagna insistente da parte di dirigenti d'azienda, legislatori, lobbisti e leader stranieri per spingere Trump a fare marcia indietro". Secondo il quotidiano statunitense il messaggio sulla piattaforma social Truth, con cui Trump ha annunciato la sospensione dei dazi, a poche ore dall’entrata in vigore, "è stato scritto dallo Studio Ovale, seduto accanto al segretario al Tesoro Bessent e al segretario al Commercio Howard Lutnick".

"Abbiamo parlato a lungo", ha spiegato Bessent ai giornalisti. "Era la sua strategia fin dall'inizio". Secondo i resoconti del Wall Street Journal, però, le cose sono andate diversamente: durante il fine settimana, Bessent "era stato sommerso da chiamate preoccupate da Wall Street" in merito alla necessità di imprimere una pausa all'offensiva dei dazi. Il segretario avrebbe tentato per giorni di convincere Trump che sospendere i dazi per tre mesi "non sarebbe stata una resa, perché avrebbe portato alla conclusione di moltissimi accordi" con i partner commerciali degli Stati Uniti, desiderosi di scongiurare ulteriori balzelli a carico delle loro esportazioni. Bessent ha affermato che oltre 75 Paesi hanno già contattato Washington per cercare un accordo che alleggerisca i dazi, con il Giappone "in testa alla fila". Una delle chiavi del cambio di rotta da parte di Trump sarebbe stata, secondo il quotidiano statunitense, anche la sua decisione di concedere a Bessent maggiore autorità all'interno del suo team di consiglieri per il commercio. Bessent è volato domenica a Mar-a-Lago, la residenza di Trump in Florida, e ha ricevuto l'autorizzazione a rilasciare dichiarazioni pubbliche sugli accordi, cosa che ha rincuorato molte persone vicine a Trump, convinte che il segretario al Tesoro potesse trovare una via d'uscita dalla prospettiva di una guerra commerciale globale.
Ecco com’è maturata la decisione di Trump, la ricostruzione giorno per giorno. Poco dopo l'annuncio di Trump, e mentre i mercati reagivano con forti rialzi, Bessent ha detto ai giornalisti che la decisione di sospendere l'attuazione dei dazi era stata discussa già domenica, durante un incontro con il presidente. Quando lo stesso Bessent è tornato a Washington domenica sera a bordo dell'Air Force One, assieme a Trump, ha incoraggiato quest'ultimo a concentrarsi sulle trattative con i partner commerciali degli Stati Uniti, anziché sui dazi, secondo una fonte informata sulla conversazione citata dal quotidiano. Un altro fattore che avrebbe spinto Trump ad ammorbidire la propria posizione sarebbe stato proprio il gran numero di Paesi che si sono affrettati a trattare con Washington. Trump è stato influenzato inoltre dall'andamento dei mercati azionari e dalla sfilata di leader aziendali che hanno espresso preoccupazione per i dazi e i loro effetti depressivi. Negli ultimi giorni, dirigenti e lobbisti hanno tempestato di chiamate la responsabile del personale della Casa Bianca, Susie Wiles, secondo una persona a lei vicina menzionata dal Wall Street Journal. Il messaggio trasmesso nei giorni scorsi a Trump e ai suoi consiglieri più stretti dagli amministratori delegati di diverse grandi aziende Usa è stato univoco: necessario trovare una via d'uscita dalla linea intransigente sostenuta per una settimana dalla Casa Bianca. Trump avrebbe resistito per giorni a queste pressioni, evitando di sbilanciarsi anche coi suoi interlocutori più stretti.
Solo lunedì Trump avrebbe riconosciuto in privato la fondatezza dei timori in merito al rischio di una recessione economica, proprio mentre sulla Casa Bianca continuavano ad aumentare le pressioni anche da parte dei dirigenti bancari, rivoltisi per un estremo tentativo di persuasione ai parlamentari repubblicani al Congresso. Il messaggio inviato al presidente Usa era molto chiaro: la sua linea sui dazi "rischiava di affossare l'economia". Sempre secondo il Wall Street Journal il presidente non è mai stato davvero insensibile alle istanze provenienti dai suoi collaboratori, tanto che negli ultimi giorni avrebbe chiesto "ad amici e consiglieri notizie sui mercati, lasciando intendere di seguirli da vicino".
Mercoledì Trump ha pranzato alla Casa Bianca con il finanziere e investitore Charles Schwab e ha incontrato la governatrice democratica del Michigan, Gretchen Whitmer: entrambi lo avrebbero messo in guardia dai rischi scontati dall'economia. Trump, che come noto presta molta attenzione anche ai programmi televisivi di approfondimento politico ed economico, sarebbe rimasto particolarmente colpito anche da un’intervista a Fox News in cui Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan Chase, ha paventato una recessione.