Venerdì 20 Giugno 2025
Giancarlo Ricci
Esteri

Perché la Russia sta ammassando truppe al confine con la Finlandia?

Dall’Ucraina all’Artico la nuova strategia di Vladimir Putin

La Russia al confine con la Finlandia: perché Mosca sta rafforzando la sua presenza militare

La Russia al confine con la Finlandia: perché Mosca sta rafforzando la sua presenza militare

Negli ultimi mesi, immagini satellitari e rapporti di intelligence hanno rivelato un’attività insolita al confine tra Russia e Finlandia. Nuove tende militari, magazzini per veicoli blindati, hangar per aerei da caccia ristrutturati e basi per elicotteri riattivate mostrano che Mosca sta potenziando la sua presenza militare in una delle regioni più strategiche d’Europa. Ma perché la Russia sta ammassando truppe proprio qui, lungo i 1.340 chilometri di frontiera con la Finlandia, uno dei membri più recenti della NATO? 

Un confine che diventa “caldo”

La Finlandia, con il suo lungo confine con la Russia, è diventata un punto focale delle tensioni geopolitiche in Europa. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, Helsinki ha abbandonato la sua storica neutralità per entrare nella NATO nel 2023, seguita dalla Svezia nel 2024. Questo cambiamento ha trasformato il confine finlandese-russo nella più lunga linea di contatto tra la NATO e la Russia, un fatto che Mosca percepisce come una minaccia diretta alla sua sicurezza.

Le immagini satellitari, analizzate da fonti come il New York Times e confermate dai funzionari NATO, mostrano un’attività militare intensa in località come Kamenka, Petrozavodsk e Murmansk, tutte vicine al confine finlandese. A Kamenka, a soli 60 chilometri dalla frontiera, sono state individuate 130 tende militari in grado di ospitare fino a 2.000 soldati. A Petrozavodsk, a circa 160 chilometri dal confine, sono in costruzione magazzini per veicoli blindati e un nuovo quartier generale militare. A Murmansk, una base per elicotteri abbandonata da anni è tornata operativa, mentre a Olenya, nell’Artico, sono stati avvistati aerei da guerra russi.

Le ragioni strategiche di Mosca

1. Reazione all’espansione della NATO

La principale motivazione dietro l’ammassamento di truppe è la percezione russa di un “accerchiamento” da parte della NATO. L’ingresso di Finlandia e Svezia nell’Alleanza Atlantica ha esteso il confine NATO-Russia di oltre 1.300 chilometri, un cambiamento che il Cremlino considera una provocazione. Vladimir Putin ha dichiarato che l’adesione di Helsinki e Stoccolma alla NATO è “priva di significato” per la sicurezza di questi paesi, ma ha promesso una risposta militare, inclusa la creazione del Distretto Militare di Leningrado per rafforzare le difese russe nella regione.

Secondo gli analisti, Mosca vede la Finlandia come una potenziale “prima linea” in un futuro conflitto con l’Occidente. La vicinanza del confine finlandese a San Pietroburgo (circa 150 chilometri) e l’importanza strategica dell’Artico, dove la Russia cerca di mantenere il controllo delle rotte marittime e delle risorse naturali, rendono questa regione cruciale.

2. Preparazione per il “dopo-Ucraina”

Molti esperti ritengono che l’attuale rafforzamento militare sia parte di una strategia a lungo termine per il “dopo-Ucraina”. Sebbene la Russia sia ancora impegnata nel conflitto ucraino, che ha richiesto ingenti risorse umane e materiali, Mosca sta già pianificando il futuro. Funzionari NATO e analisti militari prevedono che, una volta conclusa la fase più intensa della guerra in Ucraina, la Russia ridistribuirà migliaia di truppe verso il confine finlandese. Questo spostamento sarebbe motivato dalla necessità di contrastare la presenza NATO nell’Artico e di rafforzare le difese contro un’alleanza percepita come ostile.

Il colonnello Andrei Mordvichev, nuovo capo dell’esercito russo, ha dichiarato che “dopo l’Ucraina, dovremo parlare dell’Europa orientale”, suggerendo che Mosca stia già pensando a nuovi fronti. Inoltre, il ministro della Difesa russo Andrei Belousov ha indicato che la Russia si sta preparando per un possibile conflitto con la NATO entro i prossimi 10 anni, un orizzonte temporale che giustifica l’espansione delle infrastrutture militari al confine.

3. Guerra ibrida e pressione psicologica

Oltre al rafforzamento militare, la Russia ha intensificato le operazioni di “guerra ibrida” contro la Finlandia. Nel 2023, Helsinki ha accusato Mosca di spingere migranti provenienti da Medio Oriente e Africa verso il confine finlandese per destabilizzare il paese. Questo flusso migratorio, che ha visto oltre 1.300 arrivi tra l’autunno 2023 e l’inizio 2024, è stato interpretato come una strategia per creare tensioni interne e mettere alla prova la capacità di risposta della Finlandia e dell’Unione Europea.

Inoltre, sono stati segnalati attacchi informatici e interferenze GPS attribuiti alla Russia, che mirano a provocare i paesi scandinavi e a testare le loro difese. Queste tattiche, unite al potenziamento militare, creano un clima di pressione costante, con l’obiettivo di intimorire la Finlandia e i suoi alleati NATO.

4. L’importanza dell’Artico

Un altro fattore chiave è l’importanza strategica dell’Artico, dove Russia, NATO e Cina competono per il controllo delle risorse naturali e delle rotte marittime. Il confine finlandese-russo si trova in parte nel Circolo Polare Artico, una regione che Mosca considera vitale per il suo status di grande potenza. La riattivazione di basi militari come quella di Murmansk e l’aumento della presenza di aerei da guerra a Olenya riflettono il desiderio della Russia di rafforzare la sua presa sull’Artico, soprattutto in risposta alla crescente presenza NATO nella regione.

Kamenka, a 40 chilometri al confine con la Finlandia (Google Maps)
Kamenka, a 40 chilometri al confine con la Finlandia (Google Maps)

La risposta della Finlandia e della NATO

La Finlandia, consapevole della minaccia, sta rafforzando le sue difese. Helsinki non ha mai abolito il servizio di leva obbligatorio e può contare su un esercito di 280.000 unità attive e una riserva di 900.000 persone, un numero impressionante per un paese di 5,5 milioni di abitanti. Inoltre, la Finlandia sta investendo in armamenti avanzati, come i caccia F-35 e i sistemi missilistici David Sling, e ha ospitato esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti per prepararsi a un’eventuale “guerra artica”.

La NATO, dal canto suo, sta intensificando la sua presenza nella regione. La Finlandia ospiterà un centro di comando avanzato dell’Alleanza in Lapponia, e i paesi baltici e la Polonia stanno rafforzando i loro confini con Russia e Bielorussia. Tuttavia, i funzionari NATO sottolineano che l’attuale attività russa non è paragonabile all’ammassamento di truppe che precedette l’invasione dell’Ucraina nel 2022, suggerendo che, per ora, non c’è una minaccia imminente.

Una superpotenza “fragile” e la paranoia di Putin

Lo storico Stephen Kotkin descrive la Russia come una superpotenza “fragile”, caratterizzata da una paranoia storica che la porta a espandersi per proteggersi da minacce percepite. L’adesione della Finlandia alla NATO è vista da Putin come una sconfitta strategica, che mina la sua narrazione di una Russia accerchiata. Rafforzando il confine finlandese, Mosca cerca di riaffermare il suo controllo e di prepararsi a un futuro in cui la competizione con la NATO potrebbe intensificarsi.

Quali rischi per l’Europa?

L’ammassamento di truppe russe al confine con la Finlandia non sembra indicare un’invasione imminente, ma rappresenta un segnale preoccupante per l’Europa. La Russia sta ampliando le sue forze armate a 1,5 milioni di uomini e aumentando la spesa militare al 6% del PIL, superando la media di Stati Uniti e Unione Europea. Se la guerra in Ucraina dovesse concludersi, Mosca potrebbe ridirigere le sue risorse verso il confine con la NATO, trasformando il confine finlandese in un nuovo “fronte caldo”.

Inoltre, le minacce di Dmitry Medvedev, ex presidente russo, di possibili attacchi nucleari contro i paesi NATO che ospitano truppe straniere, aumentano le tensioni. Un conflitto diretto con la NATO attiverebbe l’Articolo 5 del Trattato Atlantico, che considera un attacco a un membro come un attacco a tutti, con conseguenze imprevedibili.

L’ammassamento di truppe russe al confine con la Finlandia è dunque una mossa strategica che riflette la visione di lungo termine di Vladimir Putin. Spinta dalla percezione di una minaccia NATO, dalla necessità di controllare l’Artico e dalla preparazione per un futuro post-Ucraina, la Russia sta trasformando il confine finlandese in un’area di alta tensione. Sebbene Helsinki e la NATO non considerino la situazione una minaccia immediata, la crescente militarizzazione della regione è un monito per l’Europa: il confronto con Mosca è lontano dall’essere risolto.