Covid, torna l'allerta a Pechino: rischio lockdown come Shanghai

Un'impennata di casi positivi, con una campagna di screening generale e i residenti che fanno scorta di cibo in caso di una chiusura

Il Covid torna a fare paura anche Pechino: è allerta per un'impennata di casi positivi, con una campagna di screening generale e i residenti che fanno scorta di cibo in caso di una chiusura. La città sembra temere uno scenario in stile Shanghai, dove quasi tutti i 25 milioni di abitanti sono confinati dall'inizio di aprile, spesso con difficoltà di accesso al cibo. 

Covid oggi in Italia: bollettino del 25 aprile. Contagi e dati dalle regioni in diretta

Nonostante ciò, la Cina assicura che non si rilasserà nella lotta al Covid-19, bloccando l'avanzata della variante Omicron: il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, in risposta a una domanda sui timori di lockdown, ha replicato che "di fronte alla variante Omicron, la Cina non cederà, ma avanzerà nella guerra per bloccare Omicron. Pur riconoscendo l'impatto sull'economia, Wang ha rimarcato gli sforzi anti-epidemici del governo, sottolineando che già con la variante Delta la Cina aveva ottenuto "risultati notevoli. Vinceremo sicuramente e daremo maggiori contributi al mondo".

I contagi

Il ministero della salute lunedì ha riportato 19 nuovi casi positivi del coronavirus a Pechino, portando il totale a diverse decine dalla scorsa settimana. Cinquantuno morti sono stati annunciati nelle ultime 24 ore, un numero record di contagi giornalieri. Da marzo, la Cina sta affrontando un'ondata dell'epidemia che colpisce in varia misura quasi tutto il Paese, e sta cercando di superarlo con la sua strategia zero Covid. La strategia consiste in un contenimento localizzato non appena appaiono alcuni casi e in test massicci per identificare e isolare rapidamente le persone contaminate.

Lunghe code per i test

A Pechino, lunedì mattina, lunghe code, a volte di centinaia di persone, si sono snodate tra marciapiedi e centri commerciali, per arrivare alle cabine dove si effettuano i test, presidiate da agenti in tute protettive complete. Le autorità municipali hanno avvertito ieri che la situazione è "grave e difficile" e che sono necessarie misure urgenti per fermare rapidamente la diffusione del virus. 

Il virus tiene in scacco la Cina continentale

Il virus sembra, dunque, tenere in scacco la Cina continentale: ieri sono stati segnalati 2.666 nuovi casi confermati di Covid-19 a trasmissione locale, di cui 2.472 a Shanghai. Lo ha fatto sapere oggi la Commissione Sanitaria Nazionale nel suo bollettino. Oltre a Shanghai, altre 17 suddivisioni a livello provinciale della Cina continentale hanno assistito all'insorgere di nuovi casi locali, tra cui lo Jilin con 79 contagi, l'Heilongjiang con 26 e Pechino con 14. Shanghai ha inoltre riferito di 16.983 asintomatici a trasmissione locale sui 17.528 di nuova identificazione rilevati in totale nella Cina continentale. A seguito della guarigione di 2.982 ricoverati, rilevata ieri, negli ospedali del Paese restano degenti per ricevere le adeguate terapie 29.178 casi Covid-19 confermati. La giornata di ieri ha visto ulteriori 51nuovi decessi dovuti al virus, tutti a Shanghai, che portano il totale delle vittime a quota 4.776.

Borse asiatiche a picco

La situazione sanitaria incide anche sul fronte economico: seduta in profondo rosso per le Borse asiatiche che i timori sulla crescita legati alla strategia messa in campo dalla Cina per contrastare il Covid. Sul finale di seduta Hong Kong cede il 3,3%, Shanghai il 3,6% e Shenzhen il 5%. In forte calo anche Tokyo (-1,8%) e Seul (-1,5%) mentre Sydney è chiusa per festività. Gli investitori sono preoccupati che la diffusione del Covid e la risposta della Cina possano impattare sulla crescita del colosso asiatico e creare nuove interruzioni alla supply chain globale.

"Non cederemo"

La Cina assicura che non si rilasserà nella lotta al Covid-19, bloccando l'avanzata della variante Omicron: il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, in risposta a una domanda sui timori di lockdown a Pechino simile a quello draconiano di Shanghai, ha replicato che «di fronte alla variante Omicron, la Cina non cederà, ma avanzerà nella guerra per bloccare Omicron». Pur riconoscendo l'impatto sull'economia, Wang ha rimarcato gli sforzi anti-epidemici del governo, sottolineando che già con la variante Delta la Cina aveva ottenuto «risultati notevoli. Vinceremo sicuramente e daremo maggiori contributi al mondo». (ANSA).