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La campana suona per il patriarca di Mosca, Kirill. L’Ue lo sanzionerà come Putin e i suoi oligarchi. Rischia il blocco dei beni mobili e degli immobili all’estero. Conti, case, barche. E di vedersi vietato l’ingresso in Ue. "Il patriarca Kirill – recita il testo del sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia – è responsabile del sostegno o dell’attuazione di azioni o politiche che minano o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina". "Il patriarca viene da una famiglia perseguitata durante il comunismo e non teme la sanzioni Ue", la risposta del patriarcato, che lo fa passare da vittima. Assalto all'acciaieria Azovstal, raid russi su Kiev e altre città Vladimir Mikhailovich Gundiaiev, 75 anni, dal 27 gennaio 2009 primate della Chiesa ortodossa di Mosca con il nome di Kirill, è certamente un uomo pio, ricco, potente. Totalmente schierato con il regime autocratico di Putin, la cui leadership definì "un miracolo di Dio", e al cui servizio ha messo l’altare della sua chiesa, anche a prescindere da verità, pietà e giustizia. E non a caso. Entrambi sono nativi di Leningrado-San Pietroburgo, ma soprattutto vengono tutti e due ricondotti direttamente o indirettamente alla grande e oscura famiglia del Kgb: lo zar ufficialmente, Kirill ufficiosamente. Come già il suo predecessore patriarca Aleksi II (nome in codice Drozdov, agente dal 1958), e il suo protettore il metropolita di Lenigrado Nikodim (nome in codice Svyatoslav) Kirill – come indicano documenti dell’archivio Mitrokhin e altri visti da diversi ricercatori – sarebbe stato arruolato dal Kgb nel febbraio 1972 quando aveva appena 25 anni e gli sarebbe stato dato il nome in codice di Mikhailov (probabilmente dal suo patronimico Mikhailovich, figlio di Mikhail). I documenti usciti vanno dal 1972 alla fine degli anni ’80. Kirill avrebbe servito il primo direttorato ...
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