Mercoledì 24 Aprile 2024

Parigi, l'esperto di terrorismo Usa: l'intelligence deve aggiornarsi

Ma per il professor Horgan della Georgia State University non bisogna rinunciare alla privacy

Un videogioco ambientato a Parigi

Un videogioco ambientato a Parigi

Roma, 17 novembre 2015 - "LA VERITÀ è che stiamo ancora facendo un pessimo lavoro per quanto riguarda il tracciamento dei terroristi". Per John Horgan, esperto in terrorismo e professore della Georgia State University in relazioni internazionali e psicologia, bisogna difendersi dalla minaccia dell’Isis, ma senza rinunciare alla protezione della privacy.

Professore, sembra che i jihadisti abbiano utilizzato una chat e dei videogiochi della Playstation 4 per pianificare gli attacchi di Parigi. Perché è così difficile monitorare questo sistema?

"Al momento sono solo speculazioni. In passato i terroristi hanno usato Playstation e Xbox, non solo per comunicare, ma anche solo per giocare insieme. Per quanto riguarda il controllo di queste piattaforme, la realtà è che la domanda dei consumatori per aumentare il livello di privacy ha reso i sistemi di crittografia migliori. La Sony (che produce la Playstation, ndr) ha subito gravi cyberattacchi negli ultimi anni e così ha sviluppato difese sempre più sofisticate".

I videogiochi sono un mezzo per diffondere la jihad?

"No, penso che questo aspetto sia sopravvalutato. Nella maggior parte dei casi, i jihadisti giocano ai videogame proprio come i normali adolescenti. Ho visto i membri di cellule radicali incollati allo schermo con il joypad in mano. Fa parte del modo in cui si creano legami all’interno di un gruppo terroristico".

I servizi segreti inglesi e americani hanno infiltrati nelle comunità di videogiocatori. Possibile che non si siano accorti di nulla?

"Ogni operazione terroristica di successo, come quella di Parigi, suscita sempre il dubbio che si sarebbe potuto fare di più. Ora bisognerà agire su due fronti: serve un’indagine approfondita sulla rete che ha permesso di portare a termine questo attacco e avremo bisogno di migliori metodi di tracciamento per prevenire futuri attentati. Su quest’ultimo versante stiamo ancora facendo un pessimo lavoro".

I jihadisti spesso giocano a videogame di guerra. Sono paragonabili a un addestramento militare?

"No, ci sono solo alcune somiglianze come, ad esempio, il modo in cui si formano i legami psicologici È così che persone molto diverse tra loro arrivano a condividere una stessa attività".

Come si può contrastare l’uso distorto di tecnologie come Playstation 4 o WhatsApp senza mettere in pericolo la privacy dei cittadini onesti?

"Non credo sia possibile farlo. Ormai però questa è diventata una questione ad alto contenuto politico".

Crede che qualche volta si debba rinunciare alla privacy in cambio di maggiore sicurezza?

"No, le leggi votate in stato d’emergenza dopo un attentato tendono a rimanere in vigore per periodi di tempo molto lunghi. In passato ci sono stati molti abusi e nessuna prova sul fatto che una maggiore sorveglianza impedisca nuovi attacchi".