Giovedì 18 Aprile 2024

Il vescovo di Odessa: "Il Papa non può esitare su Putin"

Šyrokoradjuk chiede una condanna più netta dello zar. Pieno sostegno alla resistenza armata ucraina: "Dobbiamo difenderci a ogni costo"

Il vescovo di Odessa Stanislav Šyrokoradjuk

Il vescovo di Odessa Stanislav Šyrokoradjuk

Kiev, 4 aprile 2022 - Un’altra notte è andata. Il grido delle sirene anti-aeree in un orecchio, il boato delle esplosioni nell’altro. Da quattro giorni a questa parte, da quando Odessa è sotto il tiro dei missili delle navi russe, assestate a qualche miglia dalla riva, anche per il vescovo Stanislav Šyrokoradjuk il risveglio ha acquisito ancor più il senso di una benedizione. Nella città a terrazzo sul Mar Nero ormai si vive sospesi, anche lui si sta abituando, tanto che nel palazzo vescovile nessuno corre più a cercare riparo nei sottoscala, per quello che valgono come difesa. A Odessa si resiste, come nel resto dell’Ucraina, gli abili e arruolati con le armi, divenute necessarie persino agli occhi di questo 66enne francescano intriso di quello orgoglio nazionale che sta tenendo a galla un popolo da oltre quaranta giorni coi russi dentro casa.

"Certo la resistenza armata non è l’unica soluzione contro l’invasione, c’è anche la preghiera – precisa il vescovo Šyrokoradjuk, appena trova un brandello della tanto agognata pace per rispondere alle nostre domande –. Io non sono a favore dell’esercito come tale, ma sostengo la giusta lotta per l’indipendenza dell’Ucraina e questa la stanno garantendo i nostri soldati. La minaccia alla vita del nostro Paese esige che dobbiamo difen derci".

Il Papa ha annunciato che si sta lavorando a un suo viaggio a Kiev: che cosa ne pensa?

"Al momento non è all’ordine del giorno. Non c’è ancora nulla di ufficiale, per adesso le priorità da affrontare sono altre".

Ma lei crede che Bergoglio stia compiendo ogni sforzo per arrivare alla pace?

"Con la preghiera e gli appelli, il Papa sta facendo tutto il possibile per fermare questa guerra".

Dovrebbe condannare Putin esplicitamente?

"Ogni cosa va chiamata con il suo nome, come oggi sta facendo tutto il mondo. Perché anche il Pontefice non potrebbe farlo? La radice del male adesso va chiamata col suo nome".

Ha ragione Bergoglio a dire che questa guerra si stava preparando da lungo tempo?

"Sì, sono d’accordo. Tutti sapevano dei preparativi, ne erano a conoscenza, ma nessuno ha fatto niente per impedire sul serio il conflitto".

Non c’è contraddizione fra la linea del Pontefice, affinché tacciano le armi, e il sostegno alla resistenza armata?

"Il Papa da sempre invoca una soluzione pacifica ai problemi, non solo da oggi. Se fosse stato ascoltato, non ci sarebbe stata l’invasione russa dell’Ucraina".

Come è la situazione adesso ad Odessa?

"Negli ultimi quattro giorni la città, soprattutto di notte, è sotto il tiro delle navi da guerra di Mosca. Anche da noi sono state colpite infrastrutture sensibili, al pari di tutta l’Ucraina. Dei missili sono caduti a qualche chilometro dal palazzo vescovile".

Ha paura di morire sotto le bombe?

"Ognuno ce l’ha, è naturale".

Molti italiani pensano che, qualora Kiev si arrendesse, si arriverebbe più facilmente alla pace.

"Se fossi nei vostri panni, avrei lo stesso pensiero. Ma la minaccia alla vita dell’Ucraina oggi ci impone di difenderci".

Non pensa che così sarà una Via Crucis?

"Lo è già e l’ha imposta il nuovo Hitler, Putin".

Il patriarca ortodosso di Mosca spera d’incontrare il Papa entro la fine dell’anno: Bergoglio dovrebbe declinare l’invito?

"Tra Kirill e Putin non c’è alcuna differenza ed è chiaro come vadano trattati. Questa, però, è la mia opinione. Il Papa sa meglio come e che cosa fare. Noi abbiamo fiducia".

Quando terminerà questa guerra?

"Una volta che l’Ucraina vincerà. Essa vincerà sicuramente, perché un esercito così bestiale come quello russo non può avere la meglio".