Martedì 23 Aprile 2024

Papa in Canada al popolo Inuit: "Chiedo perdono per il male commesso dai cattolici"

L'intervento di Francesco nell'ultimo giorno del pellegrinaggio penitenziale. Tre consigli ai giovani: "Guardare verso l'alto, venire alla luce, fare squadra". Poco dopo le 8 il Pontefice è atterrato a Roma

Roma, 30 luglio 2022 - La nuova richiesta di perdono al popolo Inuit "per il male commesso da non pochi cattolici" e tre consigli per i giovani: guardare verso l'alto, venire alla luce, fare squadra. Si è chiuso così l'ultimo giorno del pellegrinaggio penitenziale di Papa Francesco in Canada. A Iqaluit, capitale del territorio di Nunavut, a circa 300 chilometri dal circolo polare artico, il Pontefice, rientrato in Italia stamattina poco dopo le 8, ha ribadito il suo dolore, la sua indignazione e la sua vergogna e ha rinnovato la sua richiesta di perdono verso quelle popolazioni che hanno subito le politiche di assimilazione culturale e di affrancamento nelle scuole residenziali. Una delle pagine più drammatiche della storia dei nativi canadesi, uno "scandalo", come lo stesso Francesco ha definito. "Cari amici, siamo qui con la volontà di percorrere insieme un tragitto di guarigione e di riconciliazione - ha detto il Pontefice - che, con l'aiuto del Creatore, ci aiuti a fare luce sull'accaduto e a superare quel passato oscuro".

Prima dell'incontro, nel piazzale della scuola elementare di Nakasuk, Bergoglio ha parlato in privato con alcuni anziani, ex alunni delle scuole residenziali. Poi ha ricordato il qulliq, la tradizionale lampada a olio "essenziale per vivere" tra i popoli artici. "Anche oggi - ha continuato il Pontefice - permane un bellissimo simbolo di vita, di un vivere luminoso che non si arrende alle oscurità della notte. Così siete voi, testimonianza perenne della vita che non si spegne, di una luce che risplende e che nessuno è riuscito a soffocare".

Il Pontefice si è poi rivolto ai giovani che, sostenuti dall'esempio degli anziani, sono chiamati a prendersi cura della terra, delle persone, della storia. Perché "non basta vivere di rendita, occorre riconquistare quanto si è ricevuto in dono", ha detto Bergoglio citando il poeta Johann Wolfgang von Goethe. "Non temere, dunque, di ascoltare e riascoltare i consigli dei più anziani, di abbracciare la tua storia per scriverne pagine nuove, di appassionarti, di prendere posizione davanti ai fatti e alle persone, di metterti in gioco!".

E poi ha indicato ai giovani tre consigli. "Il primo: cammina verso l'alto. Sei fatto per spiccare il volo, per abbracciare il coraggio della verità e promuovere la bellezza della giustizia". Occorre poi "venire alla luce ogni giorno", "portare nel mondo una luce nuova". Ma per venire alla luce, "c'è da lottare ogni giorno con l'oscurità", ha sottolineato Papa Francesco, oscurità che non avviene là fuori da qualche parte "ma dentro ciascuno di noi".

"La via della luce domanda scelte di cuore coraggiose contro il buio delle falsità", "di non inseguire scie luminose che spariscono in fretta, fuochi d'artificio che lasciano solo fumo". E Bergoglio ha ricordato anche San Giovanni che proprio in Canada, nella XVII Giornata Mondiale della Gioventù (Toronto, 28 luglio 2002) sottolineò: "Non vi  forse tenebra piu' fitta di quella che si insinua nell'animo dei giovani quando falsi profeti estinguono in essi la luce della fede, della speranza, dell'amore". Infine, il terzo consiglio: fare squadra e non isolarsi ed essere in "ostaggio" del telefonino. "Anche voi, chiamati alle altezze del cielo e a splendere in terra, siete fatti per brillare insieme".