Washington, 11 aprile 2025 – Gli Stati Uniti riprendono il controllo delle ex basi militari a Panama. Secondo un accordo tra lo Stato dell’America centrale e l’amministrazione Usa, che l’agenzia Afp dice di aver visionato, a Washington viene concesso di schierare truppe nel Paese, a scopo di “addestramento” ed “esercitazione”. Non potranno essere costruite nuove basi ma l’esercito statunitense può insediarsi nelle strutture già presenti, alcune costruite proprio dagli americani quando decenni fa occuparono la zona del Canale.

Sarebbe già cosa fatta, stando a quanto dichiarato da Donald Trump in una riunione di governo. “Abbiamo dislocato molte truppe a Panama” ha detto il presidente, subito dopo il rientro negli Usa del segretario ella Difesa, Pete Hegseth, impegnato proprio in una visita di Stato a Panama. Il ‘commander in chief’ rivendica anche l’occupazione “di alcune aree che prima non avevamo”.
Con il suo insediamento, lo scorso gennaio, Trump annunciava di volersi “riprendere il Canale di Panama” – costruito dagli Usa e controllato fino al 1999 – dall’influenza della Cina. La guerra commerciale con Pechino dunque non passa solo attraverso i dazi.
L’accordo con Panama è "un'opportunità per la ripresa di luoghi in cui le truppe statunitensi possono collaborare con quelle panamensi per migliorare le capacità e cooperare a rotazione”, ventilava ieri Hegseth quando ancora l’intesa non era ufficiale. E in effetti, formalmente il governo del leader di centro-destra di Panama, José Raúl Mulino, ha rigettato l’idea che gli States siano presenti con basi militari o siti di Difesa.
Ora l’obiettivo della Casa Bianca è ottenere che le navi da guerra Usa possano attraversare il canale "per prime e gratuitamente". Secondo quanto riporta il Guardian, ieri l'Autorità indipendente del Canale di Panama (PCA), che gestisce la via d'acqua, ha dichiarato di essere alla ricerca di un “regime di neutralità dei costi” per compensare i servizi resi in materia di sicurezza a fronte dei pedaggi per le navi da guerra. In base ai trattati attuali, il canale è aperto a tutti i paesi e le navi devono pagare le stesse tariffe in base alla loro capacità e al carico, indipendentemente dal paese di origine o di destinazione.