Valanga nel Pakistan, salvati i quattro alpinisti italiani: sono vivi

Soccorsi con gli elicotteri. Il capo della spedizione Tarcisio Bellò ha riportato "fratture a un piede e un braccio"

Una foto dal profilo Facebook di Tarcisio Bellò (Ansa)

Una foto dal profilo Facebook di Tarcisio Bellò (Ansa)

Roma, 18 giugno 2019 - Sono stati salvati i quattro alpinisti italiani travolti ieri da una valanga nell'Hindu Kush, nel nord del Pakistan. I membri della spedizione, alla quale hanno partecipato anche altri tre alpinisti locali (uno dei quali è morto ieri), sono stati recuperati stamani dagli elicotteri dell'eserchito pachistano. "Sono stati salvati tutti e stanno raggiungendo il primo centro abitato della valle", ha detto all'Ansa Isabella Bellò, la moglie del capo della spedizione Tarcisio. 

"Il gruppo - ha spiegato la moglie di Tarcisio Bellò - è stato raggiunto dall'elicottero direttamente al campo 2 della spedizione a 4.800 metri di quota". Tarcisio Bellò, ha riferito la moglie, ha riportato fratture a un piede e a un braccio. Anche altri componenti della spedizione sarebbero rimasti contusi o feriti. Gli altri membri della squadra sono: Luca Morellato, di Quinto Vicentino (Vicenza), Tino Toldo di Caltrano (Vicenza) e Davide Bergamin di Castelfranco Veneto (Treviso). Con loro presenti anche due guide pachistane: Nadeema Sahar e Sakela Numà.

Solo oggi è stato possibile intervenire per soccorrere gli alpinisti, dato che ieri le condizioni meteo non lo hanno consentito. La vetta inviolata di 5.800 metri a cui il gruppo puntava sarebbe stata ribattezzata con il nome Lions Melvin Jones Peak: una dedica al fondatore del gruppo Lions che supporta Bellò in un progetto umanitario. 

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