Mercoledì 24 Aprile 2024

Un miliardo di ostriche mangia-immondizia nel porto di New York

Oltre a essere ecologiche, durante gli uragani formano anche una barriera utile a smorzare le onde

Ostriche ecologiche nel porto di New York

Ostriche ecologiche nel porto di New York

New York, 16 ottobre 2018 - In alcuni ristoranti degli Hamptons una dozzina di ostriche locali costa 13 dollari come un semplice piatto d’ insalata. A Manhattan più del doppio. Lungo l’intera costa di Long Island c’è un piano del governatore Cuomo che dal 2016 per tenere pulite le acque della baia offre agli abitanti oltre alle gabbiette che le contengono fino a 6000 ostriche l’anno a condizione che le lascino sul fondo per almeno 16 mesi prima di mangiarle e rimpiazzarle.

Ma è senza dubbio il Billion Oyster Project il programma che prevede l’inserimento di 1 miliardo di ostriche per ripulire l’intero porto di New York filtrandone le acque quello che sta destando il maggior interesse.

Nato dall’idea di due insegnanti della New York Harboor School, Pete Malinowski e Murray Fisher che nel 2008 avevano avviato il loro studio riconosciuto nel 2014, oggi il progetto ha già piazzato sui fondali di New York 28 milioni di ostriche e conta di arrivare al miliardo entro il 2035 con l’obiettivo di creare delle vere e proprie barriere di filtraggio delle acque lungo tutta la superficie di 40 ettari intorno alla statua della libertà e all’imbocco dell’Hudson River e dell’East River. Gli studenti di scienze marine spesso della Harbor School e le migliaia di volontari che desiderano impegnarsi nel progetto inseriscono le larve nei gusci già usati dai ristoranti per rimetterle sui fondali per iniziare il loro turno di lavoro ecologico. 

Il grande esempio di riferimento rimane comunque sempre l’Oyster Recovery Projet della Chesapeacke Bay alla confluenza tra il Mariland e la Virginia dove fino ad oggi sono state ripiantate oltre 5,2 miliardi di ostriche con enormi vantaggi anche occupazionali per la popolazione. 

E’ stato accertato durante gli uragani le ostriche ancorate sul fondo formano una vera barriera indispensabile per smorzare la potenza delle onde. Secondo il professor Malinovski, che è un teorico delle scogliere naturali, ogni bivalve è in grado di ripulire dai 110 ai 190 litri di acqua al giorno e permette di creare non solo un miglioramento nella qualità dell’acqua ma anche un impatto immediato sulla biodiversità fornendo un habitat eccezionale per molti animali marini.

Ma la struttura portante, il cosiddetto ‘cemento’ per queste barriere di ostriche è dato dal riciclaggio dei gusci di scarto ritirati dai ristoranti attraverso un sistema di raccolta che spesso coinvolge i volontari legati al Billion Oyster Project. Se si pensa che nella sola Manhattan sono più di 500.000 i gusci scartati ogni giorno si ha una diretta immagine di quanto materiale di riciclo si potrebbe usare per le grandi barriere che diventerebbero dei vari e proprio scudi protettivi per la città.