Venerdì 21 Marzo 2025
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Ostaggi, si tratta. Arriva l’apertura di Netanyahu. Ma Hamas frena

Il premier non esclude lo scambio tra israeliani e detenuti palestinesi. L’assedio all’ospedale Shifa della Striscia complica i negoziati. .

Ostaggi, si tratta. Arriva l’apertura di Netanyahu. Ma Hamas frena

C’è la possibilità possibilità di raggiungere un accordo a giorni per la liberazione di 80-100 ostaggi israeliani – minori, anziani, civili con doppio passaporto – in cambio di 100-120 tra donne e minori palestinesi detenuti nelle cerceri israeliane più una limitata quantà di carburante, e medicine, per gli ospedali.

Al momento l’eventualità sembra essere congelata, perchè i combattimenti attorno agli ospedali di Gaza City hanno portato Hamas a bloccare le trattative. "Hamas ha sospeso i negoziati sugli ostaggi a causa di quanto sta accadendo all’ospedale al Shifa a Gaza", ha detto un funzionario palestinese alla Reuters. E fonti egiziane confermano. Ieri si erano moltiplicate le voci di una trattativa ben avviata. "Ci sono negoziati in corso sugli ostaggi, che vedono coinvolti gli israeliani, il Qatar e anche l’Egitto" ha detto il consigliere per la sicurezza nazionale americana, Jake Sullivan, in un’intervista alla Cnn. "Potrebbe esserci un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi. Però penso che meno ne dico, più aumenterò le possibilià che si materializzi" ha confermato il premier israeliano Netanyahu a Nbc news.

L’offensiva israeliana a Gaza Nord e i combattimenti attorno agli ospedali che li hanno precipitati in una emergenza assoluta, Shifa in primis, hanno rimesso in discussione tutto. Ieri i reposabili del Ministero della Sanità di Gaza hanno dennunciato la distruzione del reaparto di cardiologia e la morte di cinque pazienti, tra cui due bimbi nati prematuri, a causa della mancanza di elettricità.

La situazione è così critica che il direttore dell’ospedale sembra essersi convinto delle necessità di evacuare la struttura. "Abbiamo chiesto di evacuare tutti i pazienti del’ospedale al Shifa e circa 100 sono già stati evacuati, ma no ad una immunità ai terroristi di Hamas" ha detto Netanyahu. "Il personale medico e i pazienti – ha detto il direttore dell’ospedale, Mohammad Abu Salmiya, in un’intervista alla Radio Ashams di Nazareth – sono pronti per un’immediata evacuazione dall’ospedale se Israele consentira di farlo. Serve una tregua ai combattimenti attorno all’ospedale e la disponibilità di più ambulanze con attrezzature mediche essenziali per il trattamento dei neonati prematuri". Prima Netanyahu e poi Idf, le forze armate israeliane, hanno affermato che "Idf voleva consegnare 300 litri di carburante all’ospedale ma questo non è stato permesso da Hamas".

Intanto gli appelli ad una pausa si moltiplicano, dal Papa alle Nazioni Unite. "Gli attacchi alle strutture mediche e ai civili – hanno scritto in una nota i direttori regionali dell’Unfpa, dell’Unicef e dell’Oms – sono inaccettabili e devono cessare". Anche l’Ue, seppure condannando "l’uso di ospedali e civili come scudi umani da parte di Hamas" chiede "una pausa immediata delle ostilità". Se ci si arriverà è da vedere.

Intanto in Cisgiordania, in contri con Idf sono morti tre palestinesi e soprattutto si scalda la situazione al confine con il Libano dove sono rimasti feriti ben 22 israeliani. Sette soldati israeliani sono rimasti leggeremente feriti durante un attacco a colpi di mortaio nell’area di Manara ma soprattutti 15 civili, tra i quali 6 dipendenti della società elettrica che stavano riparando una linea, sono statio feriti, uno in modo critico e uno gravemente, dal lancio di una quindicina di razzi nella zona di Moshav Dov, in alta Galilea. In serata la ritorsione contro basi e depositi di armi di Hezbollah, condotta da caccia e droni israeliani.