Missili in Polonia, ora è chiaro che tutti temono l’escalation

Mosca per prima non vuole l’escalation. E Washington ha mantenuto la calma

Usa: Lloyd Austin, segretario alla Difesa e Mark Milley, capo di stato maggiore (Ansa)

Usa: Lloyd Austin, segretario alla Difesa e Mark Milley, capo di stato maggiore (Ansa)

Il mondo intero tira un sospiro di sollievo e non è una esagerazione. Un’eventuale aggressione alla Polonia avrebbe significato l’entrata in vigore dell’articolo 5 del Patto Atlantico e quindi la Terza Guerra Mondiale. Tuttavia, i motivi per rimanere ragionevolmente calmi, cosa che del resto hanno fatto gli Stati Uniti, erano sostanzialmente due. Il primo è tecnico. Per appellarsi all’articolo 5 ci deve essere un’aggressione. Un missile abbattuto da una contraerea in una zona al confine con tre Paesi, può facilmente cadere sul territorio della nazione non coinvolta nel conflitto è un incidente. Che, purtroppo, può capitare. In più, le contraeree non sono infallibili, soprattutto in una giornata in cui quella ucraina ha dovuto fronteggiare una pioggia da 100 razzi che colpiva indistintamente la capitale Kiev, come la zona di Leopoli, nella parte ovest del Paese. Le accuse di Mosca di russofobia alla comunità internazionale e la reazione isterica da parte della Polonia non hanno diritto di cittadinanza, come nemmeno il suo maldestro tentativo di fare la vittima. Se non avesse bombardato a tappeto l’Ucraina, per di più in concomitanza con il vertice del G20, non ci sarebbe stato bisogno di abbattere nulla.

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La seconda motivazione per stare calmi e, per quanto possibile, fiduciosi, è che ora l’escalation non la vuole per prima Mosca, che non potrebbe mai sostenere una ‘guerra totale’, e in seconda battuta il resto della comunità internazionale. Pochi giorni fa, la Turchia, che sta cercando di mediare almeno su un cessate il fuoco, ha ospitato una delegazione russa e americana. I colloqui fra il presidente Erdogan e Putin sono quasi quotidiani. Il Cremlino ha apprezzato la prudenza Usa in questa pericolosa circostanza. La Francia ha invitato la Russia a sedersi al tavolo. Una calma dietro la quale si cela la speranza di un passo avanti verso la fine del conflitto.